Con in mente film come Det perfekte menneske e Det gode og det onde, il coerente ritratto in bianco e nero Jeg er levende dà l'impressione che Søren Ulrik Thomsen sia stato invitato nell'universo filmico di Leth, che viceversa lascia spazio alle parole del poeta. Thomsen racconta in modo deliberatamente "messo in scena" brevi ricordi dell'infanzia, ma più in particolare la sua esperienza sulla scrittura e sull'arte di leggere ad alta voce, e allo stesso modo descrive la poesia in generale come un equilibrio tra emozione e cognizione.