Evocando le storie coloniali brutalmente violente e complesse dell'Africa nel titolo poliglotta e dalla testa di idra del film, Rocha traspone la sua radicale allegoria dell'oppressione dalle retrovie brasiliane del suo classico del Cinema Novo Antonio das Mortes (1968) alla savana congolese. Un predicatore vestito di bianco vaga e predica attraverso le terre africane (in una performance di flusso di coscienza di Léaud); I comunisti europei e le spie della CIA cospirano per reciproco interesse personale per architettare la nomina di un borghese africano alla presidenza di un governo fantoccio; e un gruppo rivoluzionario marcia in esilio. Secondo lungometraggio di Rocha dopo la fuga dalla dittatura militare brasiliana, Der Leone Have Sept Cabeças introduce nuove situazioni intenzionalmente disorientanti praticamente in ogni scena, il risultato di una produzione in gran parte improvvisata che vede fianco a fianco attori europei, abitanti dei villaggi locali e veri guerriglieri. -MoMA