Due storie interconnesse negli anni '30, una ambientata a Berlino, l'altra in Palestina: Mania Vilbouchevich Shohat (1880-1961), detta Tania, ebrea russa e rivoluzionaria, va da Minsk alla Palestina per vivere in una comunità. Promuove il femminismo e lamenta il passaggio degli uomini dall'autodifesa all'aggressività. La sua amica, Else Lasker-Schuler (1869-1945), poetessa espressionista ed ebrea tedesca, è a Berlino, scrive, si prende cura di suo figlio e osserva il movimento di Hitler prendere il potere. Va a Gerusalemme e immagina un parco per arabi ed ebrei. Le sue poesie, espresse dall'interno, catturano la sua esperienza. Il film medita sulla violenza alla radice della nascita di Israele: dei nazisti e dei sionisti.