Il secondo film londinese di Bressane, girato in sei giorni nel suo appartamento. "Avevo visto i film d'avanguardia francesi degli anni '20 e naturalmente il titolo cita Breton. Ma sotto sotto si può leggere anche in tanti modi. È un cinema che si inventa sul momento, come si inventa uno strumento "mettere musica e poi abbandonarla. Questo film è venuto fuori come un'improvvisazione, un rischio totale. È una decostruzione del significato ma non nel senso analitico, intellettuale. Ho sempre cercato di perdermi con i miei film. Non c'è traccia del cinema underground americano o francese. Semmai è l'idea dei film amatoriali, c'erano molte idee per i film digitali molto prima che esistessero i film digitali. Questo film si è fatto da solo, è stato come un'improvvisazione jazz. Amor Louco è un oggetto perduto, non parla nessuna lingua, non ha segni, né lettere, né didascalie. E nella scena in cui si taglia la cataratta con la lametta, è stata l'avventura stessa del film a essere messa alla prova".