Il potente documentario di Yael Hersonski raggiunge un'impresa notevole attraverso il suo sguardo penetrante su un altro film, l'ormai famigerato film di produzione nazista sul Ghetto di Varsavia. Scoperta dopo la guerra, l'opera incompiuta, senza colonna sonora, divenne rapidamente una risorsa per gli storici alla ricerca di un documento autentico, nonostante la sua elaborata costruzione propagandistica. La successiva scoperta di una bobina scomparsa da tempo complicò le letture precedenti, mostrando le manipolazioni delle troupe televisive in queste scene "quotidiane". Gli ebrei benestanti che partecipavano a cene eleganti e rappresentazioni teatrali (mentre calpestavano insensibilmente i cadaveri dei compatrioti) ora apparivano come attori riluttanti, ma complici, alternativamente timorosi e neganti il loro destino incombente.