Recensione di   Roberto Flauto Roberto Flauto

Too Late

(Film, 2015)

Too Late

Too Late mi ha conquistato su tutti i fronti. Scrittura, personaggi (tutti sono significativi, ognuno ha la sua storia), musica, colori, dettagli, dialoghi, movimenti, assenze, sfumature.

Diverse critiche parlano di incongruenze, ma per me, semplicemente, non esistono. Anche se posso capire le obiezioni. Ma la vita stessa è incongruenza. E' assurdità, è inesattezza, incomprensione, errore. E' un intreccio di caso e di necessità. La vita, per molti e decisivi aspetti, è un incessante too late. O too soon. Che poi sono la stessa cosa: essere nel posto giusto al momento sbagliato.

Come Mel, che osserva da lontano una ragazza, una vita che ama ma dalla quale si tiene a distanza (fisica, mai emotiva). Come Dorothy, che in una notte fuori dal mondo vive un'emozione indimenticabile. Come l'amore di Mel e Mary, e quella canzone che ne testimonia la potenza (e John Hawkes che canta accompagnandosi con la chitarra è sempre splendido, come ne La Fuga di Martha). Come Janet, fragile e fortissima, un personaggio pazzesco. Come i rimandi, le connessioni, gli intrecci, tra le cinque strepitose parti di questo splendido film. Ho amato tutti i movimenti di camera, tutti gli sguardi, tutti i sorrisi. E quel finale che non è la fine. Quelle fotografie, il "rituale" di Mel, che è forse il suo modo di domare il tempo, dandogli un senso, perché è too late per un sacco di cose, ma non per amare...