Recensione di   Roberto Flauto Roberto Flauto

Thunder Road

(Film, 2018)

Thunder Road

Posso solo dire che dal primo all'ultimo istante sono stato (con) Jim. E lo sarò ancora.
I suoi gesti, la sua danza, i suoi sfoghi, la nervosa e tenera dolcezza, una notte intera a fare battimani contro il muro per poter dimostrare a sua figlia che lui c'è, che andrà davvero tutto bene. Le sue parole, lo sfogo coi colleghi, con Nate, le sue lacrime, quel bacio alla moglie morta ("da parte mia e di Crystal") e subito dopo quello schiaffo ("da parte di mia madre e dal futuro marito di Crystal"). Ho adorato tutto di questo film meraviglioso, di questo uomo indimenticabile, di questa storia così emozionante. Che bellezza.

Un uomo. Un monologo esistenziale che è in realtà un dialogo che è in realtà un dramma col sorriso, una commedia dal cuore di tenebra.
In tal senso, ci sta tutto il parallelo con Entertainment di Alverson. Due monologhi esistenziali che hanno diversi punti comuni, ma differiscono in quelli che fanno la differenza tra disperata rassegnazione e tormentata speranza: Jim, in qualche modo, ha trovato la risposta al suo "whyyyyy???". Ed è sua figlia, è sempre stata lei la risposta a ogni perché, anche quelli più atroci. Mentre il protagonista di Entertainment parla al telefono con un fantasma, esclude il mondo e si lascia andare alla deriva.

Questo film è pieno di scene stupende, cariche di emozione, tutte costruite e raccontate benissimo. Quella del battimani è forse la più potente, davvero meravigliosa. Come la figlia che, alla fine, guarda il padre e dice "ok, ok", con il sorriso complice di chi gioisce per un successo altrui.

Un'altra splendida scena è quella del colloquio a scuola. Lui che a un certo punto solleva il banco e minaccia di lanciarlo contro il muro, ma quello è il banco di sua figlia, così lo rimette a posto e si siede. E ho trovato davvero bello il dettaglio del maestro (il sempre bravo Macon Blair) che prende le forbici, che dal portapenne sono cadute sul suo banchetto, e se le mette in tasca, perché ha di fronte un uomo che pare fuori controllo. Ecco, un personaggio che compare per pochissimi minuti e che compie un gesto del genere, secondo me, vuol dire che è frutto di un grande lavoro di scrittura, evidente in un tutto il film. (E poi lo congeda senza stringergli la mano, e in quel momento avrei tanto voluto abbracciare Jim).

Un film di rinascita e di morte, di dettagli e di universo, di colori volanti e di attimi perduti per sempre, di bellezza che stordisce e bellezza che ferisce, di amore senza pietà, di labirinti che partono da e conducono negli occhi della persona che ami.

Thunder Road.