L'impostore

Avevo aspettative altissime. Non sono state tradite. Come sa chi mi conosce, il tema dell'identità, della sua costruzione, delle sue possibilità narrative, così come il tema della finzione, della messa in scena, della rappresentazione, sono tra i miei preferiti, in ogni loro possibile declinazione. L'Impostore si inserisce a pieno titolo in questi argomenti, come Tre identici sconosciuti, seppure da prospettive diverse. La storia di questo ladro di identità è tanto incredibile quanto coinvolgente.

Quante maschere bisogna indossare per essere se stessi?
Bella domanda. Tutte quelle possibili, credo.
A patto che non si scada nel patologico.
Ma dove si situa il confine tra finzione (poesia) e menzogna (non-poesia)?
Di certo, a livello individuale, esistono tante risposte quanti individui esistono.
Frederic Bourdin, l'impostore del film, ha una frattura profonda, forse insanabile, nella percezione del proprio sé: "da quando mi ricordo ho sempre voluto essere qualcun altro", dice. Ma nella sua ricerca di alterità la menzogna sovrasta la finzione.

E poi, la famiglia del ragazzo scomparso. Una vicenda dai tratti surreali, quasi grotteschi: mi chiedevo come fosse possibile non riconoscere il proprio fratello, il proprio figlio. Come in Una storia americana anche qui, a quanto pare, dobbiamo fare i conti con una "verità" multipla, frammentata e frammentaria, insondabile, probabilmente sfumata per sempre in una serie di bugie cominciata molto prima che questo ragazzo francese irrompesse nelle loro vite. Ognuno con la sua verità, ognuno con la sua impostura. E noi con i nostri perché che risuonano ancora, senza risposte soddisfacenti.

Il film è girato e montato splendidamente. Ho adorato il modo in cui gli eventi vengono narrati, davvero si respira l'aria purissima del thriller. La sequenza di apertura è formidabile. Così come il sorriso di Frederic che affiora a più riprese durante le interviste. E alla fine dice "fanculo tutti, mi interessa solo di me stesso", mentre una scritta in sovrimpressione ci dice che ha tre figli ed è sposato.

E quella buca che il detective (che si chiama Charlie Parker: un nome da investigatore da romanzo hard boiled!) inizia a scavare in giardino, che non porterà forse da nessuna parte. Perché il fondo di questa storia assurda e incredibile è il cuore degli uomini che mentono a se stessi e in quella menzogna edificano il proprio posto nel mondo.