Recensione di   Roberto Flauto Roberto Flauto

Faults

(Film, 2014)

Mia colpa

Un buon film, per molti aspetti ottimo, mi è piaciuto davvero. Poteva essere addirittura stupendo, però non ci riesce. Ma va benissimo così.

Lui è magnifico. Un personaggio che mi ha conquistato fin da subito, dalla prima scena, da quel pasto non pagato. I film sulle sette mi piacciono molto. O meglio: i film che pongono al centro della propria narrazione le dinamiche della percezione del reale, della persuasione, dell'influenza, del plagio, in poche parole: la definizione di realtà, e dunque il processo di significazione. 

A ogni modo, Faults è un gran bel film. Sulle sette ci sono film che mi hanno entusiasmato di più (La fuga di Martha, Kill list, The invitation i primi che mi vengono in mente, e ognuno di essi racconta in modi differenti la dimensione del gruppo "deviante", dei suoi effetti sulla psiche dell'individuo e dei suoi rapporti con il reale); così come sul senso di colpa ci sono film che ho trovato più efficaci e maggiormente evocativi (Sauna è forse il migliore); tuttavia Faults ha la sua innegabile dignità, sia per le tematiche che tenta di trattare sia per le modalità della sua messa in scena. Funziona. E anche bene. La scena che vede lui e la ragazza in bagno è forse quella centrale, perché ci restituisce in qualche modo il senso del film, ovvero il senso di colpa come motore dell'azione umana, come interfaccia con il mondo, con gli altri, come strumento di definizione dei rapporto sociali. Secondo me può essere una lettura giusta. E poi ci sono atmosfere davvero strepitose, penso a quella di lui che si osserva alla tv, o a quella della ragazza coi genitori, alla fine. E il triangolo lui-lei-loro, in sostanza, in cui non si capisce mai quale sia il vertice che muove gli altri, è una struttura perfetta per l'intero impianto narrativo di Faults.

Perché, poi, in fondo, è esattamente così che si vive, si nasce e si muore: di colpe, di colpo, di colpi.
Quindi non dobbiamo affannarci e passare la vita nel tentativo di scolparci: ma scolpirci - e tirare fuori da quel blocco informe di marmo che è il nostro cuore i battiti che faranno risuonare e cantare il nostro mondo.