Nero Gatto

Il gatto mi seguì per i ripidi gradini e, avendomi quasi fatto cadere a testa ingiù, mi esasperò alla follia. Brandendo un’ascia, e dimenticando nella mia furia il puerile timore che fino a quel momento aveva frenato la mia mano, vibrai all’animale un colpo che, se fosse calato come volevo, gli sarebbe certo riuscito fatale. Ma il colpo fu arrestato dalla mano di mia moglie. Questo suo intervento scatenò in me una rabbia più che demoniaca: liberai il braccio dalla sua presa e le affondai l’ascia nel cervello.

(Edgar Allan Poe, Il Gatto Nero)

 

 

 

Vladimir Kush, “Sneaking Night”

 

 

 

 

 

Prologo. Fuoco

C’era una volta un gatto nero che non aveva amici, né una casa, né uno scopo nella vita. 

Un giorno incontra uno spaventapasseri, il quale gli chiede di dargli fuoco.

Ma il gatto ha una domanda che lo tormenta e gli chiede: “Qual è la cosa più preziosa del mondo?”.

Lo spaventapasseri gli dice che conosce tre tipi “svitati” che forse possono aiutarlo a trovare una risposta.

Allora il gatto indossa gli abiti dello spaventapasseri e parte.

Il rumore del fuoco.

 

 

Capitolo 1. Una caramella oscura

In ogni viaggio c’è un po’ di morte.

In ogni morte, in fondo, c’è sempre un po’ di amore.

Siamo sempre sul punto di partire (che è un po’ morire).

Siamo sempre sulla strada verso casa (che è amore).

Fiamme immerse nel vento.

Io sono un gatto inaccessibile.

Cammino sul filo dei ricordi, mastico desideri, vomito embrioni di poesia (che è viaggio e morte e amore).

Qual è la cosa più preziosa del mondo?

È la felicità? Non lo so. Mi vengono in mente almeno dieci cose più preziose (i gomitoli, le domeniche mattine, quando viene la febbre, le sorprese che uscivano dalle buste di patatine, le scatole di pastelli da quarantotto, gli scheletri dei dinosauri, le intuizioni rivelatrici, preparare la tavola, dimenticare, l’attimo in cui).

O forse è la morte? Che poi è ciò che dà valore alla vita.

E se fosse proprio l’amore? che dire invece della nostalgia?

Una mano, la sua mano, nella mano, mano a mano?

Forse è qualcosa di effimero, passeggero, irraggiungibile.

Una caramella oscura.

I miei occhi sono neri come il gatto nero.

 

 

Capitolo 2. La donna che dimentica

Camminando trovo una casa sui binari, che viaggia alla velocità della luce degli occhi di una donna che dimentica, che vuole dimenticare, che si è dimenticata di dimenticare.

Il fatto è che deve dimenticare ogni giorno, allora mangia il cibo dell’oblio.

Ha perduto l’uomo che amava, non può vivere senza, niente ha davvero significato.

Però ha una lettera. Nella lettera ci sono lettere che formano parole che generano ricordi, timori, domande, desideri, dubbi, incertezze, questioni, speranze, interrogativi, passati alternativi, futuri ipotetici, presenti inarrestabili.

La donna mangia i noodles dell’amnesia e dimentica, accoglie l’oblio, la piccola morte.

Ma è solo una tregua, perché il sole sorge ancora.

Il viaggio non è finito.

Qual è la cosa più preziosa del mondo?

 

 

Capitolo 3. Il demone, l’inganno e la bambina

L’attesa. Parte integrante di ogni viaggio (e ogni morte e ogni amore).

E la finzione (non la menzogna).

E la messinscena (non la bugia).

Ma il demone mente, non finge.

Il demone tesse l’inganno.

Lo fa dalla fine all’inizio.

E io non capisco.

Del resto sono solo un gatto (nero e inaccessibile).

Ma qual è la cosa più preziosa del mondo?

Scappo, piango, urlo, graffio.

Poi incontro una bambina.

 

Epilogo. Margherite 

Le porto le cose più preziose che conosco.

Topi morti, piccoli serpenti, uccellini feriti, insetti.

Lei inorridisce.

Mi spezza il cuore.

Nessuno mi vuole.

Sono un gatto nero, nerissimo, io.

Non saprò mai qual è la cosa più preziosa del mondo.

Vado via, umiliato, ferito, incompreso.

Ma ritorno.

Le porto una margherita stropicciata colta in un prato.

È tutto ciò che ho, è tutto ciò che sono.

Lei la prende, la accoglie, la accetta.

Forse questa è la risposta che cercavo.