Eppur si muove!

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Liu Cixin, apparentemente un cinese come tanti, uno degli innumerevoli nomi che, sempre più spesso, fanno capolino nei nostri media, sia che si tratti di manga, di anime, di romanzi o di film.

 

 

In realtà Liu Cixin è un ingegnere informatico e come hobby fa lo scrittore di Fantascienza ma questa sua passione non è affatto secondaria rispetto alla sua professione poiché riesce a vincere il Premio Hugo (massimo riconoscimento mondiale nel campo della letteratura fantascientifica) nel 2015 con “Il problema dei tre corpi” (primo cinese a vincerlo) e, ancor di più, un suo racconto del 2000 “The Wandering Earth” (La Terra errante) diventa la sceneggiatura per una saga cinematografica di straordinario successo in Cina e in tutto il mondo (costato circa 60 milioni di $, ne ha incassati 700).

 

“The Wandering Earth”  (il maggiore incasso di tutti i tempi per un film di Fantascienza in Cina) diventa, per il pubblico cinese, ciò che la saga di “Star Wars” è diventata, nei decenni, per il pubblico occidentale: un punto di riferimento assoluto per la narrazione, per l'aspetto tecnico e per l'epicità.

 

Sebbene il racconto non è suddiviso in più libri, la trasposizione cinematografica viene suddivisa in vari capitoli: la prima parte esce nel 2019 e la regia viene affidata a tal Frant Gwo, un regista completamente sconosciuto in ambito occidentale ma conosciuto nell'ambito cinematografico internazionale…

 

(Frank Gwo a dx, in compagnia di James Cameron e Liu Cixin alla premiere di “Avatar 2: the way of water” a dicembre 2022, al CINITY di Beijing)

 

…come dimostra l'augurio fatto da Cameron per il successo della pellicola diretta da Gwo.

 

La storia della “Terra Errante” si basa su un assunto astronomico scientificamente certo: tra 8 miliardi di anni il Sole esaurirà il suo combustibile nucleare facendo aumentare, inizialmente, la dimensione della nostra stella, ciò causerà l'estinzione della vita sulla Terra, per poi ridursi ad una stella nana che si raffredderà in circa 100 miliardi di anni per poi diventare una nana nera (da non confondere con i buchi neri).

 

Ovviamente però la storia del film, pur basandosi su un tema scientificamente accertato, cerca d'immaginare/fantasticare quale soluzione potrebbe attuare l'Umanità per sfuggire all'apocalisse e per farlo ambienta la narrazione nell'anno 2058 dove i governi delle varie nazioni si uniscono per realizzare i cosiddetti “earth engines” ossia un insieme di 12.000 reattori nucleari che funzionando tutti contemporaneamente, possano assicurare la spinta al pianeta per iniziare a distanziarsi dal Sole per non essere inceneriti.

 

Da qui inizia il film che fa della spettacolarità, degli SFX e dell'azione i suoi punti principali.

 

Il film, seppur mantiene le promesse per i suddetti parametri, certamente è affetto da alcuni difetti: una prospettiva esageratamente filocinese (se non ci sono loro chi lo salva il pianeta?) in contrapposizione alla filosofia americana e all'assenza totale dell'Europa (praticamente sembra che non esistiamo).

 

Volendo però sono dei difetti su cui ci si può passare sopra (la stessa cosa avviene, a parti inverse, nelle produzioni hollywoodiane) e, oggettivamente, il film appassiona anche se in determinate parti si perde in lungaggini che si potevano tranquillamente evitare.

 

La storia non finisce con questo film perché, nel 2023, uscirà “The Wandering Earth 2”, sempre diretto da Gwo e che costituisce il prequel della “Terra Errante” ossia come tutto è iniziato, ma questa è un'altra recensione…

di Rael70