Due vie, quella della Natura e quella della Grazia

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Personalmente ritengo che siano ancora in vita solamente tre registi che possono aspirare a diventare eredi del Grande Maestro Kubrick, partendo dal più giovane al più anziano: il danese Nicolas Winding Refn, l'inglese Alex Garland e il Maestro l'americano Terrence Malick.

 

Quest'ultimo è considerato, all'unanimità, il più grande regista vivente, l'unico che è riuscito ad avvicinarsi alla perfezione di Stanley e ad adottare il suo stesso modo di lavorare e concepire i film.

 

Occorrerebbe una enciclopedia per parlare di lui, qui mi limito a tinteggiare il suo Capolavoro, quello che mi ha commosso internamente perché è stato l'unico film, tra tutti quelli che ho visto, che mi ha portato ad un livello cinematografico vicinissimo alla perfezione di 2001.

 

Con delle prestazioni attoriali stellari, da Brad Pitt a Jessica Chanstain, da Sean Penn ad Hunter McCracken, con una colonna sonora da brividi (Il Requiem in re minore, in particolare la parte conosciuta come “Lacrimosa”, finita di comporre da Mozart qualche ora prima della sua morte) e con degli effetti speciali degni di 2001 (non a caso ad opera del Maestro Douglas Trumbull, autore degli SFX di "2001", di “Incontri ravvicinati”, de “L'inferno di Cristallo” e di “Blade Runner”) , il film è da considerare pura poesia cinematografica, da vedere e interpretare in maniera del tutto soggettiva.

 

Tre ore e venti (nella Extended Edition) di magia visiva che non smetterà mai di affascinare gli spettatori.

 

Signori, questo è il Cinema, questo è Malick e il Sommo Stanley sarà certamente contento di aver trovare un erede.

 

di Rael70