Fantascienza da non sottovalutare

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Gareth Edwards, un nome una garanzia.

 

Fin da piccolo sogna di diventare regista dopo aver visto “Guerre Stellari” e, quasi per destino, inizia ad addentrarsi nel mondo cinematografico come tecnico SFX in campo televisivo.

 

Dopo varie esperienze in TV, esordisce, nel 2010, sul grande schermo con “Monsters”, un lavoro fantascientifico non particolarmente brillante ma ritenuto sufficientemente interessante dalla critica.

 

Nel 2014 la Warner Bros lo assume per la direzione di “Godzilla”, film che da inizio al cosiddetto “Monsterverse” della Legendary Pictures e nonostante una produzione di 160 milioni di $ , il risultato finale è positivo: l'incasso totale mondiale è di 530 milioni di $, scommessa vinta, il Monsterverse può continuare (infatti nel 2017 uscirà l'ottimo “Kong: Skull Island”).

 

Il successo di pubblico e di critica gli permette la realizzazione del suo sogno da bambino: dirigere un film della saga di “Star Wars”.

 

Nel 2014 la Lucasfilm lo mette sotto contratto per dirigere il primo spin-off della saga: Rogue One.

 

Il primo film della saga che non ha la famiglia Skywalker come fulcro narrativo si rivela essere un grande lavoro, sotto tutti i punti di vista: narrativo, tecnico e interpretativo.

 

Edwards riesce a creare la scena iconica (ormai entrata a far parte della Storia del Cinema) su Darth Vader, come nessun regista era mai riuscito a fare.

 

Il film è un successo senza se e senza ma, sia di pubblico (200 milioni di $ di produzione a fronte di un incasso totale di 1.058.000.000 di $, 41° incasso di tutti i tempi) che di critica (ricevendo molti più consensi rispetto alla precedente pellicola di J.J. Abrams “Il risveglio della Forza” dell'anno precedente).

 

Nel 2023, dopo un lungo periodo di stasi, Edwards ritorna con “The Creator”, una pellicola a sfondo fantascientifico di sicuro valore.

 

Il film mostra tanti “marchi di fabbrica” di Edwards (il mare, le spiagge, la tecnologia mista alla povertà e alla quotidianità rurale) ma ci sono anche altri rimandi al Blomkamp di “District 9”, di “Elysium” e di “Humandroid”.

 

La storia è interpretata principalmente da John David Washington (che molti ricorderanno come protagonista del “Tenet” di Nolan) e dalla piccola Madeleine Yuna Voyles di appena nove anni che, insieme, si ritroveranno a compiere una missione che appare impossibile: trovare ed uccidere colui che ha creato la I.A. a livello mondiale che è stata accusata, circa dieci anni prima, di aver volontariamente fatto esplodere una bomba atomica al centro di Los Angeles.

 

Da quel momento gli USA dichiarano guerra a tutte le I.A. del mondo ma non si potrà mai raggiungere la vittoria se non si riuscirà ad eliminare colui che sta dietro a tutto questo: il Nirmata, ossia l'uomo che ha sviluppato la I.A. e che tutti i robot venerano come un Dio.

 

Ovviamente Joshua Taylor (Washington) è il prescelto per questa missione dato che era riuscito anni prima, sotto copertura, ad avvicinarsi molto al luogo dove si presupponeva esserci il Nirmata ma poi, per una azione non prevista di una task force dell'esercito, il contatto era stato perso causando, involontariamente la morte di  sua moglie (incinta di sua figlia) …

 

Taylor ovviamente non ne vuole sapere affatto ma l'esercito gli mostra, incredibilmente, le immagini registrate qualche giorno prima che vedono sua moglie ancora viva…

 

Da qui parte il film e bisogna fare tanto di cappello al comparto SXF davvero di primissimo livello che sostiene, in ogni momento, tutta l'azione della pellicola.

 

Il ritmo è alquanto costante, con qualche leggero calo nella seconda metà per poi riprendersi del tutto nel finale ma nonostante ciò il lavoro si lascia apprezzare sia dal punto di vista tecnico che anche della narrazione visto che, fortunatamente, il pericolo di sbandare e andare a finire sul lato “supereroistico” era davvero alto; Edwards invece dimostra di essere coerente e porta a casa un film decisamente azzeccato e coerente con la filosofia della storia.

 

La parte finale, probabilmente, si evolve in maniera un po' troppo veloce (avrei gradito un maggiore approfondimento sugli esiti a livello planetario…) ma, sostanzialmente, mi ritengo soddisfatto del lavoro svolto dal regista.

 

 

 

 

di Rael70