Una serie che, almeno per questa prima stagione, si mantiene su livelli accettabili e che invoglia a guardare il seguito se verrà realizzato.

Basata sui libri dello scrittore americano Hugh Howey narra della vita di una ampia comunità di umani che sono costretti a vivere sotto terra, dentro una enorme struttura a forma di silos divisa in centinaia di piani, a seguito di un olocausto nucleare.

La storia inizia in un momento storico in cui la comunità ignora chi abbia costruito il silo (pertanto s'intuisce che probabilmente sono passati centinaia di anni dal primo nucleo di abitanti)  e dove la vita della stessa è regolata da tutta una serie di leggi e regole alquanto rigide.

Nella sala ricreativa  (una sorta di bar dove possono accedere tutti, in ogni momento della giornata)  c'è un videowall dove si può osservare l'ambiente esterno e le immagini sono sempre le stesse, anno dopo anno: niente erba, niente fiori, solo alberi secchi, solo un paesaggio desolato e del tutto privo di vita.

Chi infrange le regole può essere condannato alla pena “capitale”: essere espulso dalla comunità e quindi dal silo.

Il silo produce energia, acqua, aria e cibo e sebbene tutto sembra andare per il meglio, c'è qualcuno che ha scoperto/intuito qualcosa e pertanto si spinge talmente oltre le regole da essere espulso: è la moglie dello sceriffo del silo.

Viene condannata e costretta ad uscire fuori e nonostante venga dotata di tuta, respiratore e di altre protezioni contro le radiazioni, la coniuge muore dopo una decina di metri sotto gli occhi della camera collegata al videowall: tutti hanno visto, lo sceriffo in primis, non ci sono trucchi, non ci sono inganni, la moglie si accascia dopo qualche minuto senza poter più respirare, davvero lì fuori non si può sopravvivere e quindi è strettamente necessario rimanere nel silo.

La prima puntata da inizio, realmente, alla narrazione: lo sceriffo, nonostante sia distrutto dal dolore per la perdita della moglie, inizia ad indagare e a cercare di scoprire come mai la moglie era così certa di aver scoperto che le cose, lì fuori, potrebbero essere decisamente differenti da quello che viene mostrato e raccontato a tutti ma questa certezza, però, l'ha portata alla morte: è stata una folle o c'è dell'altro?