Un sequel che non delude e chiude la storia

DirectionMake-upSpecial effectsActing

Sono passati quattro anni dal primo, entusiasmante, “Poltergeist” della coppia Hooper/Spielberg e la MGM, dopo il grande successo del precedente lavoro, ritenta la scommessa ma questa volta alla regia c'è Brian Gibson, un semisconosciuto regista che aveva esordito anni prima con “Breaking Glass” mentre Spielberg non  poteva seguire il progetto in quanto impegnato con “Il colore viola” e Tobe Hooper, addirittura, era in uscita con due film, il sequel di “Texas Chainsaw Massacre” e “Invaders from Mars”.

 

Ciò nonostante gli interpreti rimangono gli stessi eccezion fatta per la ragazza (Dominique Dunne, sorella del più noto Griffin Dunne famoso per lavori come “Un lupo mannaro americano a Londra” e “Fuori orario”) che interpretava Dana, la figlia maggiore dei Freeling, che viene uccisa dal suo ex fidanzato 5 mesi dopo l'uscita di “Poltergeist” e quindi qui non presente.

 

Rispetto al cast originale entrano due nuovi personaggi: Henry Kane interpretato da Julian Beck, un artista a 360° e Will Sampson da tutti conosciuto come l'indiano di “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, “L'orca assassina” e “Sfida a White Buffalo”.

Se, nel primo film, la maledizione sembrava essere strettamente legata all'abitazione, qui le cose cambiano di prospettiva: la vecchia casa è andata distrutta e la famiglia si è trasferita nella casa della mamma di Diane ma, a quanto pare, gli spiriti del primo film non ne vogliono sentire di lasciare in pace la famiglia…

La sceneggiatura è di Michael Grais (che aveva realizzato anche quella del primo film basandosi sulla storia di Spielberg) e di Mark Victor che, sebbene introducano delle novità (il problema non è la casa…), riescono ad elaborare una storia che riesce ad essere attraente soprattutto nella seconda parte dove la famiglia sarà costretta ad oltrepassare la dimensione terrena per andare nell'altra dimensione, quella dove si trova la piccola Carol Anne, ancora una volta rapita.

 

Il film, ad ogni modo, decreta la fine della storia (Poltergeist III è semplicemente una trovata commerciale che non ha nessun valore artistico ne alcuna valenza all'interno della storia dei Freeling; rimane famoso solo perché la piccola Heather O'Rourke morì quattro mesi prima della fine delle riprese e la MGM ebbe grossi problemi di marketing…) e tutto sommato ci si può ritenere soddisfatti.

Ancora una volta mirabile il lavoro di Richard Edlund e della ILM che portano gli SFX ad un livello superiore (famoso quello dell'apparecchio dentale…).

 

Non siamo ai livelli del primo film ma è comunque un sequel decisamente avvincente anche se fatica a mettersi in moto nella prima parte.

Una menzione particolare merita l'interpretazione di Craig T. Nelson dato che il suo personaggio ottiene un ruolo primario rispetto agli altri.

 

P.S. Julian Beck morì prima ancora dell'uscita del film nelle sale e Will Sampson l'anno dopo.

 

 

di Rael70