Hooper & Spielberg in stato di grazia

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Steven Spielberg, agli inizi degli anni ‘80, era decisamente impegnato, in primis con il terminare le riprese de “I predatori dell’Arca perduta”.

Ancor prima d'iniziare le riprese del film, Steven aveva un pensiero fisso: realizzare il sequel de “Incontri ravvicinati del Terzo tipo”.

 

Steven, alla fine degli anni ‘70, aveva scritto una storia chiamata “Night Skies” dove si narrava dell’incontro tra undici scienziati extraterrestri che entrano in contatto con una famiglia americana, il tutto contestualizzato in modo horror e il regista voleva utilizzare questa storia per costruirci sopra il sequel del famoso film.

 

La Columbia Pictures, al contrario, non era affatto interessata a produrre un sequel e questa decisione fece cambiare idea a Spielberg che si dedicò, anima e corpo, a realizzare “E.T.” ma, sotto sotto, egli non voleva rinunciare a portare sul grande schermo la storia di “Night Skies”.

 

Arriviamo al 1982 dove la MGM decide di produrre un film la cui storia viene realizzata da Spielberg in persona e la cui regia viene affidata a Tobe Hooper (già famoso per “Texas Chainsaw Massacre” del 1974).

 

La storia di questo nuovo film (ancora senza titolo) dovrebbe ricalcare quella di “Night Skies” ma Hooper dice a Spielberg che non è interessato agli extraterrestri bensì sarebbe propenso a mettere come protagonisti dei fantasmi.

 

(Tobe Hooper e Steven Spielberg durante le riprese)

 

Spielberg accetta e rielabora la storia ponendo come protagonista una normalissima famiglia americana composta da Steve (papà), Diane (mamma) e i tre figli Dana, Robbie e la piccola Carol Anne che prendono possesso della nuova casa nel quartiere di Cuesta Verde in California.

 

Gli attori si riveleranno tutti all'altezza: da Craig T. Nelson a Jobeth Williams, da Zelda Rubenstein (straordinaria nella parte della medium) fino alla piccola Heather O'Rourke che con questo film e il successivo diventerà una piccola star.

 

 

Il film si rivelerà essere un autentico gioiello di tensione: 

  • Hopper dimostra di essere in stato di grazia non sbagliando nessuna inquadratura e riuscendo a gestire i tempi in maniera assolutamente perfetta;
  • Spielberg riesce a creare una sceneggiatura equilibrata ma che nella seconda parte diventa puro horror con un aumento del ritmo e della tensione quasi insostenibili;
  • il Maestro Richard Edlund (della ILM di Lucas) realizza degli SFX all'avanguardia per quel tempo (celebre quello della fetta di carne…);
  • gli attori risultano tutti perfettamente nella parte (e, a tal proposito, Jobeth Williams disse che ebbe gli incubi per mesi dopo aver terminato le riprese, sia del primo che del successivo finale del secondo film);
  • straordinaria la presenza, seppur momentanea, di Zelda Rubenstein che ruba la scena a tutti quando è presente.

Il film risulterà essere un grande successo (121 milioni di $ d'incasso totale) che determinerà un sequel “Poltergeist II” girato 4 anni dopo e diretto da Brian Gibson, sempre con gli stessi attori dove si avrà accesso all'altra dimensione, quella dei fantasmi.

 

 

“Poltergeist” è un film seminale, senza se e senza ma, avendo ispirato tante altre produzioni, sia cinematografiche che televisive e pertanto ha un ruolo di primaria importanza nell'ambito horror.

 

Tante sono le sequenze iconiche della pellicola, merito di un Toobe Hopper davvero in grande spolvero.

Un piccolo Capolavoro.

 

 

 

di Rael70