Un trionfo tecnologico per una elaborazione stratificata del senso del Natale
Centinaia di film sono ispirati al Natale, al suo Babbo con le renne, film in bianco e nero, a colori e di animazione.
Nessuno ha raggiunto la bellezza (visiva, morale e simbolica) dell'opera di Robert Zemeckis (regista che impossibile non conoscere), assolutamente nessun lavoro.
Nel 2004 diventa capostipite della CGI e da quel momento l'universo dell'Animazione cambierà totalmente, sebbene la Pixar aveva iniziato quasi dieci anni prima (Toy Story), la troupe (di quasi 400 persone) degli SFX spinge l'asticella ben oltre l'orizzonte posto dagli studi di animazione di Emeryville.
Si tratta di un Kolossal di animazione benché venga pubblicizzato come l'ennesimo “cartone animato di Natale” per bambini.
Rimane una pietra miliare dell'evoluzione tecnologica della cinematografia ma, come se non bastasse, il significato simbolico del film è decisamente fuori dall'ordinario.
Una notte che lo spettatore non dimenticherà mai (a prescindere dall'età anagrafica), una storia non per bambini ma che ci fa ritornare ai tempi della fanciullezza più spontanea e innocente.
Non si può parlare di Natale se non si vede, almeno una volta l'anno, questo Capolavoro.
