Lo spagnolo Albert Pintò, qui al suo secondo lungometraggio, realizza un thriller di discreta fattura che si rivela per quel che è, nulla di trascendentale bensì un film che riesce a tenere sveglio lo spettatore fino all'ultimo.
Sostanzialmente interpretato da due soli personaggi, in realtà, tranne per i primi dieci minuti, vedremo sullo schermo soltanto l'attrice Anna Castillo che, di fatto, fa un assolo lungo 90 minuti.
La storia è molto semplice: in un futuro molto prossimo la Terra sta esaurendo le risorse naturali (acqua in primis) e svariati governi rendono legge una decisione spietata e folle: uccidere tutti gli anziani, i bambini e le donne incinte per evitare ulteriori sprechi delle già pochissime risorse disponibili.
La Spagna, il luogo dove si svolge l'inizio del film, è una delle nazioni che ha approvato questa legge e dunque la coppia sposata Mia e Nico (Tamar Novas) cerca di fuggire per trovare la salvezza anche e soprattutto perchè MIa è incinta e mancano pochi giorni al parto, pertanto lei e suo figlio/a sono condannati a morte se rimarranno nel paese.
Come i profughi che al giorno d'oggi, stipati nei barconi, affrontano il viaggio della disperazione/speranza, anche Mia e Nico, insieme ad altre donne e bambini, cercano la salvezza e per riuscirci devono imbarcarsi su una nave che andrà in Irlanda, una delle poche nazioni che non ha ratificato la tremenda e spietata legge omicida.
La coppia quindi viene caricata di notte, clandestinamente, in uno dei tanti container (viaggio che viene pagato con tutti i risparmi che possedevano) e da questo momento inizia il viaggio verso il porto dove si arriverà la mattina seguente.
In realtà però c'è una sorpresa: il tir si ferma dopo qualche ora perché deve effettuare una fermata intermedia (di cui nessuno era a conoscenza) utile a caricare altre persone paganti per il viaggio; i nuovi “passeggeri” però fanno confusione perché vogliono entrare tutti nel container ma non c'è spazio a sufficienza, pertanto molti sono costretti a scendere e ad entrare in un altro container che raggiungerà, anch'esso, il porto.
Tra tutti quelli costretti a scendere c'è anche Nico e pertanto Mia rimane sola nel viaggio verso il porto.
I due si danno appuntamento alla mattina seguente, all'imbarco, (hanno due cellulari con cui riescono a comunicare) ma arrivati a destinazione il tir che trasporta il container di Mia viene bloccato dalla Polizia spagnola (che ormai ha il potere di vita o di morte su tutti i cittadini) e nonostante le precauzioni dei trasportatori, il gruppo viene scoperto e viene trucidato direttamente dentro il container…
Mia, per puro caso, qualche minuto prima sale sopra una cassa e non viene colpita dai proiettili e quindi rimane l'unica sopravvissuta alla strage.
Del container di Nico non c'è traccia e il telefono è irraggiungibile.
Dopo qualche ora Mia si ritrova imbarcata nella nave con centinaia di altri container e, contemporaneamente, ha una sorpresa: la creatura che porta in gremo non è morta come lei pensava ma è viva…
Il film deve ancora partire ma già lo spettatore si domanda come potrà una donna incinta e sola affrontare un viaggio per mare: ma siamo sicuri che che il viaggio terminerà dopo pochi giorni???
Da vedere senza particolari pregiudizi.