Tutto in una notte
L'inglese Steve Knight, nel 2013, realizza un film sorprendente che non smetterà di appassionare gli spettatori.
Girato in tempo reale, si svolge interamente in auto con la presenza di un solo attore (Tom Hardy autore di una prestazione inappuntabile), tutto in una notte lunga e maledettamente complessa.
Apparentemente è la cronaca, minuto per minuto, del fallimento della vita di un uomo, in realtà è una storia emblematica sulla redenzione e sulla voglia di rivalsa di un individuo che ha subito un torto ingiustificabile da quando è nato…
Mai visto un film con una storia più semplice: siamo in Inghilterra, di notte (probabilmente le 22 o giù di lì) e un cantiere di un grande grattacielo ha appena chiuso le sue porte.
Uno degli ultimi ad uscire è Ivan Locke (il cui cognome ricorda fin troppo il verbo to lock…) che levatosi la tuta e tutto l'abbigliamento tipico da cantiere entra nella sua auto e si mette in cammino verso una ben precisa destinazione.
Ben presto lo spettatore scoprirà che Ivan Locke è l'ingegnere capo di un cantiere in cui ci si appresta a costruire un grande grattacielo e in cui, l'indomani mattina, arriveranno più di 200 camion-betoniera che scaricheranno tutto il cemento utile a fare le fondazioni del fabbricato.
C'è un problema però, l'indomani Locke non sarà presente in cantiere e tutto rischia seriamente di saltare…
In questo viaggio in tempo reale (il viaggio dura esattamente quanto il film) vedremo la vita di Locke andare totalmente in frantumi, sotto ogni punto di vista (familiare e professionale), e nonostante questo capiremo cosa c'è dietro l'apparente scelta illogica che Locke sta confermando fino in fondo.
Ci domanderemo se il senso di responsabilità possa essere superiore a qualsiasi altre cose, vivremo questa lunga notte di Locke come se fosse la nostra, un labirinto da cui si vuole fuggire e che invece Locke affronterà con una determinazione e dei nervi saldi da fare invidia al più calmo e controllato degli individui.
Un film magistrale che va visto senza indugi.
