Siamo dovunque e in nessun luogo

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Jean Christophe Grangé, uno dei più talentuosi scrittori francesi del nuovo millennio, nel 1998 scrive il suo secondo romanzo “Les rivieres pourpres” che attrae, da subito, lettori e critici per la struttura anomala del racconto.

 

Il libro, narrativamente parlando, è diviso in due filoni d'indagini completamente slegati l'uno dall'altro: da una parte il lettore segue le vicissitudini del commissario di Polizia Pierre Niemans che viene mandato a Guernon, una piccola cittadina universitaria, per indagare su un efferato omicidio compiuto nelle montagne delle zona, dall'altro il tenente Max Kerkerian che si trova a Sarzac (una cittadina distante circa 200 Km da Guernon) per indagare su un caso di profanazione di sepoltura riguardante una piccola bambina di nome Judith Herault morta anni addietro, all'età di dieci anni.

 

Due anni dopo, il regista parigino Mathieu Kassovitz ottiene il via libera dallo scrittore in persona per fare la trasposizione cinematografica la cui sceneggiatura viene scritta da Grangé.

 

Kassovitz (che ha la madre cattolica e il padre ebreo) viene dal successo de “L'odio” con Vincent Kassel (suo attore feticcio) e dal flop di “Assnsin(s)” dell'anno successivo (sempre con Kassel) e quindi con il terzo film non può fallire pena una carriera di secondo piano.

 

Kassovitz sceglie due attori i cui personaggi sembrano essere scritti per loro: Jean Reno non può che essere il commissario Niemans e Vincent Kassel è Kerkerian fattosi carne.

 

Niemens arriva nel luogo dove è stato ritrovato il cadavere ed inizia a confrontarsi con la Gendarmerie del luogo per apprendere quante più informazioni possibili, la prima delle quali è che il corpo è stato ritrovato a 50 metri di altezza (nei pressi di una cascata) e che la vittima è uno studente dell'Università.

Già, l'Università, quella struttura che ha vinto il premio come miglior sede accademica di Francia negli ultimi due anni, una sede alquanto particolare: la quasi totalità degli iscritti è figlia dei professori.

Il cadavere è davvero in condizioni strazianti: mani amputate, incaprettato, profonde ferite in tutto il corpo e, dulcis in fundo, i bulbi oculari sono stati rimossi…

Cosa vuole comunicare il killer?

Contamporaneamente a Sarzac (distante circa 2 ore di macchina da Guernon), il tenente Kerkerian indaga su una profanazione di matrice nazista all'interno del cimitero e dopo aver scoperto che si tratta della tomba di una bambina morta all'età di dieci anni si reca alla scuola elementare per saperne di più.

L'insegnante, cercando negli archivi scolastici, scopre che le pagine dove dovrebbero esserci le informazioni sulla classe che frequentava la piccola Judith prima di morire sorprendentemente sono state strappate, ma da chi, quando e perché?

 

Le due indagini proseguono parallelamente senza alcun elemento in comune fino a quando una Lada bianca porta i due poliziotti ad in(s)contrarsi tra loro…

I due non si conoscono ma entrambi sono arrivati ad un punto di svolta: c'è un elemento che lega il cadavere di Niemens con la bambina di Kerkeran.

 

Da questo momento i due inizieranno ad indagare insieme ed è qui che il film si alza di livello: da una parte la grande esperienza di Niemens, poliziotto abituato a riflettere contro l'irruenza giovanile di Kerkerian che vuole spaccare tutto e tutti pur di raggiungere la verità.

 

Ma qual'è questa verità? Eugenetica, selezione artificiale, razza eletta ?

 

Kassovitz riesce continuamente a mischiare le carte impedendo allo spettatore di riuscire a capire cosa c'è dietro alle varie morti e alla piccola Judith.

 

Un paese chiuso in se stesso, senza turisti, dove tutti si conoscono e nessuno nutre sospetti sull'altro: il killer non è del luogo?

 

Ma i fiumi di porpora cosa sono?

E' forse il sangue ma di chi e per cosa viene versato?

 

Grandissimo libro e ottima trasposizione da parte di Kassovitz che porterà a casa un grande successo mondiale e fare diventare, definitivamente, Reno e Cassel delle vere star.

 

Da vedere senza indugi.

 

Nel 2004 uscirà una nuova avventura del commissario Niemans, “I fiumi di porpora 2 - Gli Angeli dell'Apocalisse”, buon thriller purtroppo non diretto da Kassovitz (ma sceneggiato da Grangé e Luc Besson).

di Rael70