Paul è tutti noi

La A24, la famosa casa cinematografica indipendente newyorkese produttrice di svariati film di qualità (ultimamente famosa per “The Lighthouse”, “Men”, “The Whale”,  “Everything everywhere all at once” e “Beau is afraid”), Ari Aster nelle vesti di produttore (già regista di “Hereditary”, “Midsommar” e “Beau is afraid”) e Nicholas Cage (nelle duplice vesti di protagonista e produttore del film), tutti insieme hanno dato fiducia e hanno concretamente sostenuto il grande esordio del regista norvegese Kristoffer Borgli che è anche autore della sceneggiatura.

 

D R E A M     S C E N A R I O

 

Iniziamo a dire cosa non è “Dream Scenario” e quindi sgomberiamo subito il campo dagli equivoci: non è una commedia come il trailer e le varie recensioni dei media vogliono farlo apparire (il trailer poi è uno di quelli più fuorvianti di sempre…).

 

E' un film fantastico nel senso letterale del termine, un film che si basa e si nutre dei sogni delle persone (e già qui il pensiero va al Nightmare di Craven…) e pertanto, in svariati momenti, perde la razionalità della realtà per entrare nel mondo onirico del non-sense e del surreale.

Se ci pensate bene, lo stesso meccanismo avviene nel film di Aster con Joaquin Phoenix ma i punti in comune con “Beau” non finiscono qui, tutt'altro…

 

La storia narra della vita di Paul Matthews, un biologo, docente universitario, sposato con due figlie che, nonostante una vita normale e senza particolari problemi economici, è frustrato dal fatto di non esser potuto divenire ricercatore ma è rimasto un semplice professore che, di anno in anno, spiega sempre gli stessi argomenti.

Nonostante quindi provi una malcelata invidia verso alcuni suoi colleghi più fortunati e con una attività professionale più soddisfacente e motivante, Paul continua, giorno dopo giorno, a vivere una esistenza regolare e fin troppo monotona.

 

Un giorno, senza che accade nulla di particolare, una parte dei suoi conoscenti (tra cui la figlia minore) iniziano a sognarlo e in tutti i sogni delle persone Paul ha un atteggiamento passivo, indifferente, distaccato, come se si trovasse di passaggio e fosse alla ricerca di non si sa cosa…

Il problema è che, proprio come un fenomeno virale, Paul viene, giorno dopo giorno, sognato da sempre più persone (colleghi, studenti, amici, conoscenti…) fino ad arrivare a diventare un vero e proprio caso sulla Rete poiché milioni di persone lo continuano a sognare e non si riescono a liberare della sua figura.

 

Da qui ad arrivare alla notorietà il passo è brevissimo, direi fulmineo (soprattutto con la velocità tipica dei media moderni) ma, come sempre accade, dalle stelle alle stalle la caduta può essere ancor più breve.

 

Se, per motivi iperscrutabili, un uomo è protagonista (involontario) dei sogni altrui, cosa accade se le persone iniziano ad avere paura di lui???

“Dream Scenario” è proprio una sorta di  scenario ipotetico che si potrebbe venire a creare se un uomo venisse privato della gestione della propria immagine (onirica o meno che sia) e qui sta la bellezza della pellicola.

 

La profondità con cui la sceneggiatura di Borgli esplora il personaggio di Paul è magistrale: osserva come la società lo tratta e come reagisce (stile “Don't Look Up"), come si può essere osannati e calunniati nel giro di niente, come si possa passare da possibile fonte di guadagno a spauracchio della società, come il nostro ego digitale possa contare molto di più di quello fisico-reale (non è importante che le persone ti conoscano per quello che realmente sei ma per quello che traspare dalla Rete), in sostanza come il pensiero della massa sia enormemente più importante del pensiero individuale.

 

Quello che accade a Paul è insondabile, senza alcuna spiegazione, forse è un miracolo, probabilmente è una condanna, certamente è un evento che finisce per travolgere la vita di questo tranquillo e inerme professore che nella sua vita ha sognato solo una cosa: scrivere un libro…ma non sugli incubi.

Il suo sogno non si avvera e contemporaneamente si diventa incubo nell'altrui dimensione onirica?

Si può accettare tutto questo, si può essere allontanato da tutti come se si fosse diventati uno spettro che vive nelle due differenti dimensioni?

 

Il film prova ad immaginare e spiegare tutto questo allo spettatore e grazie ad una prova Maiuscola di Cage e alle ottime sequenze di Borgli (ci sono anche piccole scene horror dove sicuramente Aster ha messo lo zampino) riesce a creare un piccolo gioiello da apprezzare sempre più con il passare del tempo.

 

L'altro ieri Birdman, ieri Beau e oggi Paul, tutti personaggi che attraversano continuamente realtà e surrealtà per riuscire a raggiungere un equilibrio di cui solo lo spettatore potrà stabilirne il luogo.

 

Da oggi Paul diventa l'eroe di tutti noi, tutti quelli che hanno vita che non ha nulla di così particolare…

 

di Rael70