Recensione di   Rael70 Rael70

Cargo

(Film, 2009)

La prima produzione fantascientifica elvetica

DirectionScreenplayScenographySpecial effects

Nel 2009 accade un piccolo grande evento: viene realizzata la prima produzione di Fantascienza svizzera.

 

Il regista Ivan Engler, che è anche l'autore della sceneggiatura e il produttore, coadiuvato dal collega Ralph Etter, realizza un film decisamente di buon livello che se avesse potuto contare su una distribuzione capillare a livello mondiale poteva riscuotere un notevole successo al botteghino.

 

Purtroppo la casa cinematografica elevetica Atlantis Pictures Ltd non aveva un budget adeguato per il marketing e la distribuzione e quindi il film su proiettato in poche sale.

 

La storia è decisamente interessante e gli SFX sono accettabili per una produzione europea: ci troviamo nel 2267 e la Terra è diventata praticamente inabitabile a causa del cambiamento climatico e dell'inquinamento. 

 

La popolazione terrestre si è trasferita in varie stazione spaziali orbitanti attorno al pianeta e anche in posti più remoti.

 

Nonostante queste “arche” stiano, per il momento, garatendo la sopravvivenza della specie umana, il livello di vivibilità è decisamente scarso: sono sovraffolate e le persone sono costrette a vivere a strettissimo contatto le une con le altre e in questo modo le epidemie scoppiano e si diffondono molto rapidamente causando migliaia di vittime in ogni stazione.

 

E' evidente che questa soluzione delle stazioni spaziali non può durare ancora per molto e infatti degli esploratori appartenenti ad una multinazionale hanno scoperto un pianeta, Rhea, che è praticamente la copia incontaminata della Terra.

 

L'obiettivo è quindi, anno dopo anno, trasferire la popolazione nella nuova casa ma per andare a Rhea occorrono tanti soldi che la stragrande maggioranza della popolazione non potrà mai guadagnare.

 

La dott.ssa Portmann è una di quelle che sogna di raggiungere Rhea anche per un altro motivo: ricongiungersi con sua sorella e i suoi nipoti.

 

Anche la Portmann ha il problema dei soldi e a tal fine decide d'imbarcarsi, come medico, in una nave spaziale (la Kassandra) che deve andare alla Stazione Spaziale n. 42, in concreto quattro anni di viaggio all'andata e altrettanti al ritorno; al termine della missione avrà il denaro per acquistare il biglietto per Rhea.

 

La Portmann quindi s'imbarca insieme a tutto il resto dell'equipaggio, il Capitano e altri 5 uomini; a turno, uno di loro rimarrà in sveglio e in servizio per 8 mesi (gli altri rimarranno ibernati), dedicandosi alla gestione della nave ed, eventualmente, alla risoluzione di problematiche tecniche e al termine di tale periodo s'ibernerà, non prima di aver risvegliato il collega per il passaggio di consegne.

 

Arriva il momento della Portmann, anzi ci troviamo al termine degli otto mesi quando la dottoressa dovrebbe iniziare a svegliare il collega ma, all'improvviso, dopo i controlli di routine, sente dei rumori provenire dalla stiva e recatasi sul posto per controllare scopre che uno degli uomini dell'equipaggio è già sveglio perché ha il sentore che la sicurezza della nave possa essere stata compromessa.

 

Insieme decidono di svegliare il Capitano per decidere il da farsi ma, inaspettatamente, il Capitano viene trovato ucciso e pertanto i due decidono di svegliare tutti quanti…

 

Non è un film banale e si nota davvero la passione con cui è stato realizzato; non brillano certo le interpretazioni ma la tensione e la suspense sono di buona fattura.

 

La prova si può considerare superata senza troppi patemi.

 

di Rael70