Laura Moss, americana, regista: segnatevi questo nome perché può rappresentare un nuovo orizzonte nel mondo horror.
La Moss proviene dalla palestra dei corti e dopo tanti anni finalmente ha la possibilità, nel 2023, di esordire con il suo primo lungometraggio “Nascita / Rinascita” e mai titolo è stato più azzeccato.
Ci sarebbe davvero da scrivere un libro sull'analisi di questo film che non è il classico film horror con tutti i vari clichè: non ci sono tematiche paranormali, non ci sono jumpscare, non ci sono serial-killer, non ci sono carneficine, non ci sono scene terrificanti o paurose, non ci sono possessioni o cose similari.
Basato esclusivamente sull'interpretazioni di due attrici straordinarie, Marin Ireland e Judy Reyes, il film è una lenta ma inesorabile progressione verso il raggiungimento del vero significato della Scienza contrapposto (o forse comparato?) a quello della Vita, biologicamente intesa.
La Scienza (Ireland) e l'Amore (Reyes) sono due elementi che si completano o se posti in una situazione limite vanno in estrema contrapposizione?
Ciò che sorprende ancor di più è che è una donna a dirigere un film interpretato da donne che ruota attorno ad un elemento ESCLUSIVAMENTE femminile: la nascita della Vita e la Maternità.
Praticamente non ci sono maschi in questo film e questo ancor di più rende il film assolutamente realistico, sia da un punto di vista emotivo che medico: una patologa (Ireland) e una ostetrica (Reyes) che vi faranno assistere a autopsia, estrazioni di organi, trasfusioni e mi fermo qui…
E' un film che sorprende per la profondità con cui vengono discussi degli argomenti ponendoli anche sotto il profilo etico; si tratta quindi di un horror solo per la parte estetica ma, in verità, si tratta di un dramma etico-morale da arrovellarsi il cervello.
Tanto di cappello alla Moss, le auguro che non le accada ciò che, a volte, è successo ai suoi colleghi: inizio con il botto e poi la lunga caduta.
Da vedere con attenzione e partecipazione (soprattutto per chi è genitore).