Parlando di Sono e del suo “Tag” risulta impossibile non citare anche il lavoro di Takashi Miike, quel “As the Gods Will” che lo eleva definitivamente a regista cult di livello mondiale.
Molte sono le cose che hanno in comune i due film sebbene, alla fine, nascondono messaggi e filosofie differenti.
La folle trama racconta di Shun, un ragazzo del liceo (come la Mitsuko di “Tag”) che passa il suo tempo libero a giocare ai videogiochi ma che, contemporaneamente, è annoiato dalla vita che trascorre quotidianamente.
In classe, una mattina, all'improvviso la testa dell'insegnante esplode e dal cadavere emerge una bambola Daruma, una tradizionale bambola giapponese che inizia a parlare e ad informare la classe che da quel momento tutti saranno costretti a partecipare ad un gioco (il nostro uno, due, tre, stella!) in cui chi verrà beccato a muoversi verrà immediatamente dilaniato.
Come se già la situazione non fosse disperata, il gioco ha una scadenza: se nessuno vincerà (riuscendo a toccare la bambola che si trova sopra la cattedra) moriranno quelli ancora in vita.
In breve Shun riesce a sopravvivere e dopo essere uscito dall'aula s'incontra con la sua amica Ichika ed insieme vanno verso la palestra…
Lo spettatore non ha neanche l'idea che ciò che ha visto è solo un prologo, il bello e la follia di Miike devono ancora arrivare.
Cult imprescindibile alla pari di “Tag”.