Parlare di “Tiere”, opera del regista polacco Greg Zglinski, non è affatto semplice.
E' un film complesso dove la realtà, l'immaginazione, l'onirico e il sovrannaturale si mischiano talmente bene camuffando i rispettivi confini.
Ciò nonostante è un film che si lascia vedere e che affascina lo spettatore sebbene richieda un certo livello di attenzione e concentrazione (non è un lavoro da guardare dopo una pesante e stressante giornata).
Si tratta di un thriller a metà strada tra l'universo polanskiano e quello lynchiano.
La trama, per quanto non lineare, racconta della vita di una coppia composta dal marito Nick (uno chef di livello internazionale) e sua moglie Anna (scrittrice di libri per bambini).
La coppia lascia la loro casa a Vienna per passare una vacanza sulle Alpi svizzere ma nel tragitto Nick non riesce ad evitare d'investire una pecora determinando l'uscita fuori strada dell'auto; lui rimane illeso mentre Anna è ferita alla testa.
Ciò nonostante i due arrivano allo chalet ma, da questo momento, la situazione si complica: Nick si assenta spesso per andare in città a conoscere nuove ricette da personalizzare mentre la stabilità psichica di Anna è traballante poiché sospetta che Nick abbia un'amante e, contemporaneamente, un gatto che vive nei dintorni della casa inizia a parlargli in francese…
Avete quindi capito che stiamo parlando di surrealismo miscelato a profondi squarci narrativi misteriosi non del tutto comprensibili dallo spettatore.
Sarà un film difficile, sarà un film non per tutti ma chi è appassionato di thriller dovrebbe vederlo.