Recensione di   Paolo Bonini Paolo Bonini

Va' e vedi

(Film, 1985)

"Visionarietà di un eccidio"

[···] Mi piace produrre di per sé,
ma anche poter guardare il prodotto con piacere:
ne è prova che se non lo considero riuscito lo getto.
Questo mio operare in perdita,
mantiene dunque, malgrado tutto,
una sorta di finalità estetica.
Senza illusioni, ma con allegria, gioco a fare l'artista.
Roland Barthes, "Cos'è uno scadalo"
Definire "Va e vedi" (1985) di Elem Klimov come un film di taglio storico sull'eccidio nazista bielorusso del 1943, sarebbe, non solo banale, ma soprattutto sminuente. L'operazione apportata dal regista russo va ben oltre perché una storia che sembra iniziare come un normale film di guerra che vuole narrare di un piccolo villaggio bielorusso durante la seconda guerra mondiale, ma dal momento in cui il ragazzo protagonista viene arruolato nell'esercito sovietico, lì avviene la miccia che accende la magia di quello che definire un film è poco. Quando, Fjora e Rosa fuggono e si perdono nella foresta, il plot va alla deriva fra visioni lisergiche e simbolismi di cui parleremo a breve.
Una figura costante e che ritorna è quella di una cicogna che compare a scrutare i due ragazzi che dormono sotto un'abitazione, tenda-capanna di rami, foglie e arbusti e che scatenerà la follia di Fjora, in quanto presenza presaga dello sterminio della sua famiglia.
Il film infatti non è altro che la visione delle barbarie del genocidio nazista dalla soggettiva lisergica e folle di Fjora, una volta impazzito. Il culmine si ha, quando i tedeschi rinchiudono tutti i bielorussi in una fattoria che poi bruciano e a questo punto il Requiem di Mozart che fa da sottofondo musicale e le immagini di tali barbare violenze potrebbero formare un quadro e un'opera d'arte per collegarsi alla frase di Roland Barthes in esergo all'intervento.
Klimov è stato una vera scoperta che mi ha lasciato incollato allo schermo come mai un film che trattasse tale tematica fosse mai riuscito a fare. "Va e vedi" è un film sicuramente crudo, il così detto pugno nello stomaco ma co tanto di poesia e visionarietà che non può che essere il frutto di una mente geniale che ha saputo trasfigurare la storia facendo emergere dalla pellicola cinematografica i fantasmi di uno dei periodi più bui dell'umanità trasformandolo in vera arte.