Promises

Un film struggente, come lo è la ricerca di sopravvivenza messa in atto dinnanzi ad un amore impossibile da parte di Alexander (Pierfrancesco Favino), che ha un macigno nel cuore ed un piede impigliato nella fantasia; che assiste alla mortificazione del sentimento più tenero che possa sbocciare in questa vita; che si esprime prevalentemente attraverso un “non”, meccanismo di difesa perfetto per prendere le distanze da ciò che vuole il proprio cuore. Non siamo, se non scegliamo non siamo… Non passa. Il dolore non passa…Non aver agito al momento giusto. Non c’è mai stato un momento giusto... Non possiamo farci nulla…Non so spiegarlo, cosa voglio.
Suggestive le scene legate all’infanzia, anche se non mi sono apparsi sempre fluidi i passaggi dal passato al presente e viceversa. Intensa l'interpretazione da parte dei due protagonisti, molto romanticismo nei loro sguardi e in quei pensieri che non smettono di cercarsi.
Il senso di impossibilità prevale lungo tutto il film facendo precipitare lo spettatore nel buio di un amore tremendo e irrazionale: gesti incompiuti, baci mancati, attese, sogni, un non vissuto e quell’ansia di realizzarlo che paralizza e lega a doppi nodi l’anima ad un'ombra, ad altre vite possibili. Il segreto della vita, sembrerebbe dirci il film, è spesso proprio nel fascino di un desiderio che rimane celato in un angolo del cuore e in quella nostalgia che, tuttavia, riesce a essere salvifica per lo spettatore, perché lo esorta a vivere l’hic et nunc, senza aspettare troppo una vita perfetta per essere felici (è la vita. Trovi di meglio o di peggio. Mai quello che vuoi. Tu cosa vuoi?).