Recensione di   Maria Alario Maria Alario

La stanza

(Film, 2021)
L'incipit avvincente attira sin da subito l'attenzione dello spettatore con un temporale violento, furioso, sinistro e devastante come il dolore che può precipitare addosso. Quella di Stella è, difatti, un'anima offuscata, incrostata tanto quanto le pareti della sua casa, oramai allo sfacelo. Così appare a quell'ospite inquietante, che di quella famiglia conosce bene l'incomunicabilità e i mostri esterni in grado di minacciarla, di farla sgretolare in un secondo.  Un thriller psicologico capace di raggelare il sangue dinnanzi allo sguardo bieco e spietato di uno sconosciuto che (ri)vendica la presenza di un padre, perché "i figli meritano di più", devono poter contare perlomeno sulla memoria di un amore.  Solitudine e paura crescono vorticosamente nelle scene finali, ma un dinosauro e due mani intrecciate proveranno a cacciare i mostri fuori da quella stanza e da quell'anima bagnata di lacrime.