Cibo, coccole, calore rappresentano la vitamina C dell’amore materno (e paterno… Quante volte si dimentica il ruolo del padre nelle dinamiche evolutive?).  Il film si apre con una scena in una toilet di un ristorante cinese a New York. Un incipit astuto da parte del regista, che suscita molta ironia e non lascia presagire il dramma che si consumerà nella seconda parte del film.
Un amore intenso e travolgente quello di Jude (Adam Driver) e Mina (Alba Rohrwacher), una festa di matrimonio caratterizzata dalla spensieratezza e dall’allegria. Lui che le canta “Te voglio bene assaie” con forte accento americano, lei che lo guarda con occhi ammaliati, ripensando alla terra in cui è nata. Eppure, il presagio triste è già presente in quell’attimo di felicità. Poche parole della sposa alla suocera, coperte da tanto rumore, che però ci permetterano di guardare con tenerezza questa donna, nonostante la guerra fredda che metterà in atto con il marito. Ossessionata dall’idea di purificare il corpo del suo bambino, farà di tutto, infatti, per fargli ingerire meno cibo possibile. Quella maledetta logica del meno che si impossessa di lei e la spinge ad isolarsi dal resto del mondo. Solitudine e igienizzazione continua. E poi, i ricatti emotivi al marito ad ogni suo tentativo di avere un ruolo attivo in quella dinamica disfunzionale (“Non scordarlo, siamo una famiglia. Non farci andare via”. “Possiamo farcela”). Magistrale l’interpretazione dei due attori.
Fredde riprese soggettive, scene drammatiche in spazi angusti, soffocanti, come lo è del resto l’ossessione. Non è un caso che alcuni dialoghi significativi si svolgano sulla soglia di casa, in una scala stretta che rappresenta il limite tra il mondo interno ed esterno. Qua il ritmo del film diventa veloce, nervoso, combattivo. C’è una lotta tra il più ed il meno, tra la vita e la morte. 
La trama è originale e molto attuale. Agghiacciante il finale, nonostante il regista tenti di attenuare il colpo inflitto allo spettatore con una scena leggiadra e intrisa d’amore, di quell’amore ineguagliabile che lega intimamente un genitore ad un figlio.