Non riesco lontanamente a immaginare il senso di spaesamento che si possa provare dinnanzi ad un deserto ghiacciato. Tutto quel bianco che attraversa l’anima in un istante.
Bianco come il sorriso di un ragazzo che si fida del suo capitano, seguendone i passi in un’infinita distesa di neve e di silenzio, che lo esorta a sognare cose più grandi di sé. Perché possa imparare, come prima cosa, che la felicità è desiderio di conoscere, espansione.Bianco come il dolore, che ti conduce lentamente alla follia, in uno stato vicinissimo alla morte, in cui solo il coraggio vitale diventa rifugio del sé.
Sul foglio bianco della narrazione, tuttavia, non sarà di certo il nero della paura a prevalere, ma altri colori, fondamentali per la nostra esistenza quali: il verde della speranza, sempre accesa; il blu della tenerezza negli occhi dei due esploratori, capaci di aggrapparsi l’uno all’altro; il rosso dell’amore, che riscalda il sangue nelle vene e mette in circolo i ricordi ben custoditi nella cassaforte del cuore.   
Un film motivante, che mi ha tenuto con il fiato sospeso fino alla fine e che consiglio vivamente a chi ama l’avventura e vuol conoscere la storia di due uomini, Ejnar Mikkelsen e Iversen, realmente esistiti e protagonisti di una famosa spedizione in Groenlandia.