Il bosco ha di nuovo fame, ma stavolta, è meno infame

Reboot o non reboot, questo è il problema. Personalmente, i reboot mi paiono una sorta di furbata per non ammettere che non c'è quella genialata, quella scintilla che ti permette di far uscire un'opera con un appellativo nuovo di zecca, e quindi, scribacchi qualcosa che possa in qualche modo strizzare l'occhio a una saga più o meno affermata. Per come la penso io, questo film si sarebbe potuto tranquillamente intitolare in mille altre maniere differenti, poiché qui, di Wrong Turn, a parte qualche lievissima sfumatura, ci vedo ben poco, quindi, appioppargli codesto titolo, mi pare una forzatura. Dove sono i cannibali mutanti che ci hanno divertito nei precedenti capitoli? Santo cielo, ce ne era uno così buffamente orrendo, che credo non lo dimenticherò finché campo. E lo splatter in abbondanza e a profusione, purtroppo qui diserta, che delusione. Senza alcun dubbio dei vari episodi, il migliore rimane il primo, capace di creare una bella tensione, con l'ottima Eliza Dushku (Buffy, Tru calling) al timone.

 

Ordunque, dopo aver tirato un paio di sberle meritate, posso dire che la pellicola non è poi proprio troppo male, si lascia guardare, magari si sarebbe potuta decisamente accorciare, quasi due ore te le permetti quando hai molta più carne al fuoco, e qui, non ce n'è. Ma, seppur ci sia del buono, c'è anche dell'indecente. La trama, tanto per cominciare, non è incisiva, tantomeno coinvolgente. C'è un padre che cerca la figlia scomparsa, e da qui si arriva al narrato che porta a rivelare cosa ne sia stato.


Un gruppo di ragazzi come al solito non ha niente di meglio da fare, se non andarsela a cercare. I protagonisti sono piuttosto stereotipati (l'immancabile coppia gay e quella interraziale, il festaiolo e l'intellettuale morigerato, lo sfacciato e il timido). Come se ciò non bastasse, non si è in grado di inserire un qualcosa che possa portare a fare il tifo per loro. In pratica, si passa tutto la durata della visione a sbattersene di che fine faranno, specie poi, quando la bionda figliola del genitore disperato a inizio girato, (un Matthew Modine irriconoscibile), offre le sue grazie per aver salva la pelle. Sentir decantare le sue qualità, tra cui non aver predisposizione genetica al cancro, tuttavia mi fatto sorridere. Ci mancava si mettesse da sola cinque stelle. Vendersi così al mercato non è proprio il massimo, d'accordo lo spirito di sopravvivenza, però che diamine, alla faccia dell'impudenza!

Ovviamente l'escamotage è servito a guadagnare tempo, per riuscire a scappare, non prima però, di essersi fatta ingravidare. E quando hai in grembo il bimbo del capo di una strampalata setta che rifugge la società, puoi davvero credere di farla franca, oppure, lui ti troverà?

 

Nonostante Mike P. Nelson tenti di svolgere una solida regia, e Bill Sage risulti una buona scelta come leader della comunità, questo format non riesce a convincere e ad arrivare alla sufficienza. In finale, Wrong Turn ha sempre più o meno funzionato con il suo gruppetto di sadici antropofagi sfigurati pronti a macellare nel bosco cavie umane con modi e trappole eclatanti e non. Questa completa mutazione, lo colloca in un survival radical chic movie come tanti.