Killer mascherato, eccidio standardizzato

Non nutrivo grosse aspettative nei confronti di questo girato, e devo dire che l'inizio ha generato in me la curiosità di un ghiro in procinto di andare in letargo. Un occhio allo schermo, e l'altro fisso al PC, trafficando su futili faccenduole; i personaggi non riuscivano proprio a colpirmi, dialoghi abbastanza scontati, una lunga partenza scialba, e una certa noia qua e là, fino a quando, finalmente, arriva una novità.

(Neanche tanto, si sapeva che prima o poi qualcuno sarebbe schiattato, è pur sempre un horror).

Abbandono dunque le mie incombenze sociali, attendendo con ansia che i piccoli svedesi vengano decimati in modi disparati e per niente banali. Qui il mio palato gore rimane abbastanza soddisfatto, poiché di delitti ne ce sono a sufficienza, conditi da un po' di sana demenza. Tuttavia, pur regalando una manciata di uccisioni cruente, manca quel sottile mordente, che rilega il tutto a un'ennesima occasione persa, abbastanza deludente.

 

Parlando della trama, non c'è nulla di particolarmente elaborato, e il serial killer, è il classico vendicatore stereotipato. 
Un gruppo di colleghi viene spedito in missione camping, per socializzare e posare la prima pietra di un centro commerciale che apporterà notevoli migliorie a una località montana. Non tutti però ne hanno tratto beneficio, c'è chi ha perso delle terre, e chi invece la tramontana. 
Non ci saranno riprese piccanti e seni scoperti tra giovani arrapati, anzi, l'unico momento hot dello slasher sarà espresso da Adam Lundgren, che nei panni di un solido arrivista, non esiterà a mettersi in bella vista di fronte a Lina, interpretata da Katia Winter. La ragazza non mostrerà alcun interesse verso il bel fondoschiena di Jonas, e le altre grazie, che per fortuna non sono state mostrate a noi spettatori (lo ammetto, questa scena mi ha divertito parecchio).

Ed è proprio il personaggio di Jonas che regalerà gli istanti più interessanti, in un narrato che comunque perde a tratti la tensione e non riesce a calcare la mano su spunti più inquietanti. Resta tuttavia esilarante vederlo combattere per la sopravvivenza, fottendosene di chiunque altro, e cercando di sacrificare la loro esistenza, in favore della sua. Uno dei classici cliché evitabili, sarà rappresentato durante la fuga in zattera. Mai dare una chiavetta compromettente a un infame patentato: finire a mollo è un ovvio risultato. Il frangente splatter che ho preferito è stato quando è partito uno scalpo, mi ha lievemente rammentato Terrifier 2, ma molto alla lontana, qui non esiste quella cattiveria cupa e malsana.

 

Patrik Eklund ci propone una regia moderna anche se se la cava meglio Robert Krantz nel montaggio. Nel cast, alcuni attori funzionano più di altri, e questo purtroppo penalizza in parte la buona riuscita della storia. Film tutto sommato ironico che però spaventa poco; diciamo che si lascia guardare, specie quando non si ha qualcosa di più stimolante da fare.