Quello sconto anelato, troppo caro è costato

Screenplay

Eli Roth è tornato, e ci propone un girato molto piacevole, specie per il tema trattato. Il soggetto si rifà all'omonimo fake trailer diretto dallo stesso Roth per il film Grindhouse nel 2007. A distanza di un anno da un Black Friday finito in tragedia, nella cittadina di Plymouth, Massachusetts, il serial killer noto come John Carver inizia a mietere morti. Si intuisce subito dalla scelta delle vittime il collegamento tra gli omicidi, e i presenti di quella famigerata notte. Sono colpevoli, sì, pur di arraffarsi prodotti super scontati, uomini e donne persero la vita, nell'indifferenza comune. Calpestati, incidentati tra frontali di carrelli condotti da umani invasati, inutile dire che assistere a un simile scenario lasci senza parole. 

Il motivo di tanta crudeltà è quindi giustificato, e, per chi è allenato, sarà abbastanza facile comprendere chi si nasconde dietro quella maschera di uno dei primi pellegrini, mentre il movente è più celato, sebbene, all'inizio del filmato, un indizio sia stato seminato.

 

Vedere Dempsey indossare i panni dello sceriffo mi è parecchio garbato, lontano è il ricordo del dottor Sheperd in Grey's Anatomy (un medical drama con scene di tutto rispetto, una volta al pronto soccorso, sono arrivate due persone unite tra di loro, trafitte da un palo nel petto, indimenticabile).
Ho notevolmente apprezzato vedere la grassona alla piastra falciata nel cassonetto, eh sì, gran figata. (Mi stava sulle scatole sin dalla ripresa iniziale alle transenne, un forte astio a pelle).

Ma, il momento in assoluto che ho preferito è stata quando l'assassino mette nel borsone la testa decapitata, e a quel miao, un tuffo al cuore, ero già lì disperata. Invece, una carezza, e la pappa nella ciotola, che tenerezza. In fondo, anche i villain provano amore. (In realtà una scena analoga è presente in un mio vecchio racconto, quasi quasi chiedo il copyright a Roth, lol).

 

Nel complesso il lungometraggio risulta gradevole, specialmente per l'inventiva spesa nelle uccisioni, che regalano notevole sangue e truculente sensazioni. La regia di Roth non spicca rispetto ad altre opere ben più riuscite, ma è comunque buona. I personaggi non brillano particolarmente, tendono a essere un po' piatti e nessuno risalta in particolare. La sceneggiatura invece è decisamente interessante, con una denuncia al capitalismo pungente, atta a spingere verso numerose riflessioni. 

 

Aldilà del Black Friday, e tutto ciò che ne deriva (non farei la fila accalcata tra la folla nemmeno se mi pagassero), vorrei porre l'attenzione su altro. Può mai essere un bene vedere una cassiera costretta a lavorare anche di domenica perché magari vi siete scordati il latte? Un tempo, c'erano più giorni di riposo, più festività, e ci si organizzava, acquistando prima. Tutto codesto consumismo sfrenato, a cosa ci ha portato? Ve lo dico io: a uno stress spropositato. Senza sé e senza ma, questo è il guizzo per eccellenza della pellicola, che pone i riflettori su quali dovrebbero essere i veri valori.