Ma cos'è quel sorriso che ti illumina il viso


Cosa c'è di meglio di una bella risata che ti illumina la giornata? Proprio niente direi...
Smile, scritto e diretto da Parker Finn, punta la cinepresa dritta su ciò che di più bello dovrebbe esserci al mondo: il sorriso. Dolce, accogliente, amorevole, tenero, ilare o forte; in questo caso però, non è nulla di tutto questo, bensì presagio di morte. Lo spunto è indubbiamente interessante, e rimanda un po' a it follows, col pericolo incombente che passa da persona a persona, tuttavia, pur essendo inquietante, non è capace di generare la giusta atmosfera agghiacciante. Un discreto abuso di jumpscare lavora in quella direzione, e di balzi sulla poltrona ne crea a profusione, rinunciando però in parte a quella tensione che si sarebbe potuta ricreare in maniera differente. Finn ne realizza alcuni ben studiati, in grado di regalare qualche brivido, e gira con mano sicura, e anche grazie all'ottima performance di Sosie Bacon, riesce a colmare qualche lacuna della sceneggiatura.

 

La storia ha per protagonista Rose Cotter, con una Bacon in grande spolvero (il sangue evidentemente non è acqua). La psichiatra, che ha già un passato tormentato per non aver mai superato totalmente il suicidio della mamma, si ritrova con una paziente in preda al panico e ad allucinazioni. La ragazza si taglia la gola davanti a lei, mentre un sorriso sconvolgente le deforma il volto. Quello è l'inizio di un incubo per Rose, che incomincia a sentirsi minacciata da una presenza oscura, una maledizione infida, che genera in lei strazio e paura. Di lì in poi, il suo personaggio cercherà di scoprire la verità, e vorrà a tutti i costi dimostrare a chi le sta intorno di non essere pazza come la defunta madre. Il problema è che durante questa caccia, il mistero non verrà mai chiarito completamente, e questo, devo ammetterlo, è alquanto deludente.

 

Di splatter ce n'è molto poco, giusto un assaggio nel finale; che posso dire, a parer mio, è stato un gran male. Si poteva osare di più, invece, si è puntato molto sul classico buh piacione, perdendo, come in molti fanno, una buona occasione. L'ottima interpretazione di Sosie Bacon incentra senza alcun dubbio la pellicola sulla sua Rose, emarginando gli altri attori, e in effetti io stessa, di tutto il girato, ricordo prettamente lei, e il ghigno della donna che si toglie la vita all'inizio, forse anche perché l'immagine di quella faccia è stata in ogni dove ampiamente bombardata. Film nella media, adatto a chi gradisce saltare sulla sedia.