Lascia che ti tocchi il cuore, con follia, piccone, e tanto amore!

Non siamo di fronte a un capolavoro, d'accordo, ma posso affermare che quando si tratta di criticare uno splatterone, sono tutti pronti a puntare il dito senza esitazione. Su questo remake sono fioccate svariate stroncature, ma a me è piaciuto, già solo per la presenza di Jensen Ackles (adoro i fratelli Winchester di Supernatural), e quella di Kerr Smith (Final destination). Forse, quando ci sono dei bellocci a recitare, si tende un filino troppo ad avere il dente avvelenato, senza valutare appieno il risultato. Ackles non è il top, ma riesce comunque ad avere un suo perché, mentre Smith convince di più. A un certo punto, la storia è anche in grado di generare un discreto interesse, quando l'identità del killer resta in bilico tra i due protagonisti, riportando a galla vecchie rivalità. La sceneggiatura è un po' stiracchiata, ma in storie come questa, non sempre persiste una logica lineare, c'è poco da fare.

 

In una minera sita in Harmony, Tom Hanninger (Jensen Ackles), figlio del proprietario, ha una distrazione, e inavvertitamente, provoca un'esplosione. È l'unico a sopravvivere a quell'incidente, oltre a Harry Warden, un operaio che ha preso a picconate i colleghi e viene ricoverato in coma irreversibile. Ma, come ben sappiamo, mai dire mai negli horror, e dopo un anno, incredibilmente, Harry si sveglia, e come una furia, si lancia verso una nuova, cruenta carneficina. L'ultima vittima dovrebbe essere proprio Tom, ma l'arrivo della polizia mette fine alla carriera del villain, uccidendolo.


Passano dieci anni, e durante i festeggiamenti di San Valentino, Tom torna nella sua città natale. Dopo quella lunga assenza, che dire, non può sperare di certo in una calorosa accoglienza. Il suo abbandono ha portato al fallimento della miniera, la sua ex fiamma è sposata con lo sceriffo Palmer, nessuno lo vede di buon occhio, ancor meno quando una stramba figura col volto coperto da una maschera di protezione, e vestita da minatore, comincia a trucidare con decisione, scatenando diffidenza e terrore.
C'è anche un "bel" triangolo amoroso, con due personaggi maschili che sono stronzo e più stronzo (pardon, ma è la verità), con tanto di marito traditore, che fossi stata nella splendida Jamie King, gli avrei strappato il cuore.

 

Il lungometraggio soffre un pelino del 3D, perché, la visione semplice, a casa, penalizza purtroppo gli effetti, seppur siano abbondanti e di tutto rispetto. Lussier, storico montatore di Craven, mostra una certa abilità e tecnica alla regia, riuscendo a mantenere sempre un ottimo ritmo capace di coprire alcune mediocri pecche del narrato. Pellicola perfetta per un San Valentino alternativo, non troppo romantico, e pieno di gore violento e impulsivo.