La natura oscura fa davvero paura?

Non è una novità storpiare titoli inglesi e trasformarli in qualcosa di assolutamente ignobile, sembra quasi che una traduzione letteraria a qualcuno provochi spasmi incontrollabili. Eppure, non sarebbe così complicato, modificare appena mantenendo qualcosa di molto più aggraziato. Ora, a parte codesta oscenità denominativa, abbandono la mia vena polemica, per tuffarmi in questa storia celtica. L'inizio in realtà mi fa pensare a tutt'altro, un marito scende al supermercato ad acquistare spumante analcolico per brindare con la moglie alla lieta novella, quella che per una coppia, è solitamente la più bella. Dei teppisti con cui ha un alterco lo seguono, profanano la sua abitazione, lo pestano a morte, e solo l'arrivo della polizia evita il peggio, per lui e la sua consorte. Questa è l'introduzione a ciò che in seguito avverrà, e un po', credo che vi stupirà.

 

Non mi sarei affatto aspettata di ritrovarmi davanti a una trama di fate e perfidi folletti, anche se, saranno svelati a tempo debito. Maya e Jamie, interpretati da Hannah John-Kamen e Douglas Booth, lasciano la frenetica Londra per la campagna irlandese, dove Jamie per l'appunto, ha ereditato una casa. I due sono felici di abbandonare i pericoli dell'ambiente urbano per poter far crescere i loro figli in un contesto più sano. La vecchia prozia Mae manteneva rapporti di cortese vicinato con degli elfi suoi dirimpettai, e a Maya rimangono le consegne per proseguire l'operato, o saranno grossi guai. Ma, dimenticare le offerte di sangue non saranno l'unico problema da affrontare: l'abitazione è piuttosto malconcia, e la ditta assoldata per riportarla all'antico splendore, è arrogante e senza alcun pudore. Gli sposi si troveranno quindi a dover fronteggiare due insidie: lavoranti buzzurri e violenti prima, e dopo piccoli e dispettosi residenti. E per fortuna che la città era troppo vorace, come si suol dire: dalla padella, nella brace.

 

Pellicola sufficiente pur presentando alcuni difetti. Per citarne uno, personalmente, avrei cacciato a calci nel sedere gli operai sin dall'inizio, e quindi il narrato avrebbe preso giocoforza un'altra piega. Ovviamente i personaggi dei film non hanno il mio fantastico caratterino, altrimenti, sarebbe difficile portare avanti la sceneggiatura. Questo ovviamente, avalla un'inevitabile forzatura. (Tuttavia ritengo che come me in parecchi li avrebbero presi a pedate, e perché no, pure a badilate). Aldilà di ciò, la regia fa un buon lavoro, e gli esserini sono buffi abbastanza da generare più ilarità che orrore, nonostante si impegnino in una discreta mattanza. Sei e mezzo tutto sommato, lungometraggio abbastanza simpatico e scanzonato.