Riscatto anelato, nel silenzio cercato...

John Krasinski, torna dietro la macchina da presa e come unico sceneggiatore firma un sequel con un crescendo frenetico in grado di catturare il pubblico. La formula rimane la stessa, un silenzio tombale per scongiurare di finire male, ma arricchito da qualche informazione in più. (Le alte frequenze sono utili per stordire gli anomali obbrobri e renderli facili da uccidere). Qui il mutismo è ottimamente sfruttato, sia per aver salva la vita, sia per la sordità che caratterizza Regan, una delle protagoniste della vicenda. Ed è proprio quando un rumore sfugge al controllo, e gli alieni arrivano pronti ad attaccare, che un salto sulla sedia, non lo puoi proprio evitare. In questo e altri casi però, i jump scares sono egregiamente usati, convincenti, e ben studiati. Un impiego intelligente che accompagna la storia, e si lega a essa narrandola anche attraverso il loro utilizzo.

 

Il cast funziona benissimo, Emily Blunt è favolosa nel ruolo di una madre che protegge i suoi figli a ogni costo. Il bravissimo Cillian Murphy, che ancora rammento nei panni del bel terrorista dagli occhi di ghiaccio in Red Eye, porta con sé un fardello pesante, e seppur all'inizio appaia titubante, nel corso dell'interpretazione quel conflitto interiore lascerà spazio a un grande cuore. Sarà proprio lui ad aiutare la giovane Regan, una ragazzina fragile ma forte che tenta di onorare la memoria del padre provando a salvare l'umanità. Proprio lei gli fornirà una possibilità di riscatto, una redenzione dapprima rifiutata, ma in seguito, velocemente elaborata e abbracciata. La piccola abbandonerà quel luogo potenzialmente sicuro, per scovare dei superstiti che vivono aldilà del mare. Sarà compito dell'uomo salvaguardarla dalle fin troppe minacce che popolano la terraferma e il litorale. (Umane e non).
Le creature cieche rimandano un po' ai demogorgoni di Stranger things, e nelle inquadrature ravvicinate incutono terrore e timore.

 

La parte più debole del film è rappresentata proprio da un finale che lascia un pizzico di amaro in bocca. Fin troppo proiettato verso un terzo capitolo, manca di dare una degna conclusione a quello corrente, è questa è una scelta a tratti deludente. Portare avanti livelli elevatissimi di tensione per un'ora e mezza non è cosa da poco, e proprio per questo, scemare la potente carica emotiva troncando in un modo che può spiazzare lo spettatore, appare come un qualcosa di frettoloso e azzardato. Resta comunque una validissima opera meritevole di più di una visione.