Basato sulla storia vera e poco conosciuta degli indios Osage, in Oklaoma, diventati ricchi grazie al petrolio scoperto nella loro riserva, il film mette in luce il tentativo di alcuni bianchi, in particolare un vicesceriffo (De Niro), di impadronirsi delle loro ricchezze anche mediante assassini e misfatti di vario genere. La pellicola rende bene spesso la cupa atmosfera di quella vicenda, in cui gli indios faticano a capire ciò che sta accadendo, e in cui la legge stenta ad affermarsi. La lunghezza della pellicola si spiega in parte proprio con la volontà del regista Martin Scorsese di rendere al meglio questa truce storia, in cui non a caso spesso le scene sono scarsamente illuminate. Si sarebbe potuto fare un film come questo, ma più breve e meno “pesante”? Forse sì, ma bisogna riconoscere che è stato fatto così per evidenziare e sottolineare al massimo la parte della storia in cui sono stati commessi evidenti reati, a costo di ridurre verso la fine tutto ciò che ne è successivamente scaturito. Un film imponente dunque,  che fa pensare a come si è formata la multiforme cultura americana e, come in questo processo si è affermata la cultura dominante.