HONG KONG E AMORI IMPOSSIBILI, DAL FUTURO NON SI TORNA (WONG KAR-WAI) QUATTRO FILM TRA LORO CONNESSI, DAL SAPORE ORIENTALE MA NON TROPPO

Il titolo collega tra loro quattro film di Wong Kar-Wai, regista nato a Shanghai nel 1958 ma cresciuto a Hong Kong. Si tratta di Days of being wild (1991), Hong Kong Express (1994), In the mood for love (2000) e 2046 (presentato a Cannes nel 2004). Alcuni attori sono presenti in almeno due dei quattro film, il protagonista (Tony Leung) è presente in tutti e quattro. Le situazioni mutano, ma la nota di fondo è la stessa.

In Days of being wild la ricerca dell’amore è disturbata dalla situazione psicologica del protagonista, alla ricerca della vera madre avendo scoperto di essere stato adottato, e dalla sua incapacità di pensare a un’unione affettiva stabile. 

In the mood for love, compatto e coerente, i due personaggi principali si rendono conto che molto probabilmente sono legati dal fatto che i loro rispettivi consorti sono amanti. Anche tra loro sorge simpatia e poi amore, non consumato però. Quando la passione vorrebbe andare oltre, non si ritrovano più, perché nel frattempo la vita li ha portati altrove.

Hong Kong Express rappresenta lo scorcio di vita di due poliziotti: il primo punta ad una ragazza che difficilmente si farà trovare, un’altra ragazza prende in simpatia il secondo poliziotto che, distratto da tante cose, si renderà conto troppo tardi (o no?) di un amore possibile.

2046 è un film complesso: vi ritroviamo il protagonista di In the mood for love che sta cercando ancora la donna persa anni prima. E’ adesso uno scrittore occupato a completare un racconto di fantascienza, dallo stesso titolo del film, che trova brandelli di amore nella camera 2046, vicino alla sua. Nel film trovano spazio alcune sequenze del racconto di fantascienza, in cui chi raggiunge la destinazione (guarda caso, l’anno 2046) di norma non riesce a tornare indietro. Un lungo, infinito e impressionante viaggio attende l’unico uomo che sta riuscendo a tornare al passato. Dove non troverà ciò che cerca.

Va detto che le vicende di queste pellicole non si riescono sempre a seguire fino in fondo. Al di là di ciò che lo spettatore comprende, ciò che conta sono non è la ragione, ma l’atmosfera, il messaggio e il sentimento.

Giocano un ruolo essenziale due elementi: la colonna sonora e la scenografia. La prima ripete motivi di successo degli anni in cui le storie sono ambientate, insieme ad arie liriche e di opera coerenti con le scene. Esse sono scrupolosamente dettagliate anche quando la vista dello spettatore è raccolta in uno spazio ristretto dello schermo perché il resto è in ombra. Tutto ciò da all’insieme una tonalità romantico – decadente, intrinsecamente collegata con l’idea che dal futuro non si torna indietro. Negli interni rara è la perfetta pulizia e l’ordine, la realtà è confusa più di ciò che appare, le espressioni dei personaggi sono talvolta rese con le mani e i piedi. Anch’essi a loro modo parlano. Nelle riprese esterne raro è il sole, la pioggia così spesso presente rende ancor più difficile la vita a chi cerca l’amore e la chiarezza.

Gli amori difficili sono ambientati per gran parte a Hong Kong, città complessa e internazionale, da cui spesso si viaggia in Asia, soprattutto a Singapore, più raramente verso le Filippine o la Cambogia. Non si vede però la città, si capisce che chi ci abita alterna il proprio lavoro a difficoltà economiche, spesso nello stretto degli alloggi, alla ricerca di qualcosa che sfugge. Compreso il senso di ciò che si fa e dove si va. Compreso il fatto che nel 2047 Hong Kong sarà completamente cinese. Il trattato con il Regno Unito del 1997 assegna cinquant’anni di tempo per il ritorno della ex colonia inglese alla madre patria. In questo senso nulla sarà certamente come prima.

Noi confondiamo i nomi dei personaggi perché non siamo abituati alla ricorrenza di nomi così corti e simili tra loro, e spesso confondiamo i loro volti, spesso anche loro molto simili. Oltre a ciò, cosa c’è di cinese in queste pellicole? Soprattutto l’espressione dei sentimenti, così contenuta, soprattutto negli uomini. Il non detto, spesso rivelato dal volto, che anche nel più piccolo movimento degli occhi o delle labbra può svelare, seppur poco, di ciò che c’è nel profondo dell’animo, i nostri segreti. Perché, se ne avete, potete fare come consigliato in due di questi film: fate un buco in un albero e dite in esso ciò che non volete sia saputo da nessun altro. Dopo, chiudete bene.


 

Questi film di Wong Kar-Wai e altri ancora sono visibili in streaming su Wymovies.