In questo ultimo decennio non si contano ormai più i film che direttamente, indirettamente, metaforicamente o come vera e propria denuncia trattano uno dei temi più importanti di questi nostri tempi, ovvero quello della condizione femminile.
Condizione femminile che sempre più, finalmente, sta arrivando agli occhi di tutti.
Molti traguardi, culturali e sociali, sono stati raggiunti ma la strada è ancora lunga e certe cose - tra tutte, il femminicidio - non potranno mai scomparire del tutto perchè più che cancro sociale sono un qualcosa di molto più atavico e animale, magari un giorno se ne parla.
Sì, gli uomini uccideranno le donne anche tra 10 anni, 20 o 100.
Oltre alla inevitabile sensibilizzazione (e le nuove generazioni credo in questo siano molto migliori di noi, anche perchè stanno crescendo in un mondo più tollerante e consapevole di quello che era il nostro) serve un tempo lunghissimo per far sì che - quasi "geneticamente" - il maschio cambi alcune delle sue connotazioni.
In ogni caso Watcher (perchè del film in qualche modo bisogna parlare) è un'opera che affronta un altro grande problema di questi tempi - correlato a quello sopra - ovvero il dramma di tutte quelle ragazze che trovano il "coraggio" di denunciare/confidare violenze subite (fisiche, psicologiche, stalking etc) ma non essere credute o, in ogni caso, aiutate.




Julia (una bellissima Maika Monroe) deve seguire il marito (mezzo americano mezzo romeno) in Romania, dove quest'ultimo ha trovato un importante posto di lavoro.
L'appartamento dove vivono (una specie di albergo in realtà, coi numeri alle porte) è stupendo, anche se si trova in un quartiere molto più degradato, povero, il classico agglomerato di edifici vecchi, grigi e fatiscenti che siamo abituati a vedere nel cinema romeno.
Julia è quasi sempre sola a casa e si accorge che davanti a lei, nel palazzo di fronte, c'è un uomo che la osserva di continuo (da qui il titolo "Watcher").
Tutto questo mentre nella città sta imperversando un serial killer che uccide giovani donne...

I due meriti principali di Watcher - anzi, tre - sono la sua protagonista, l'ambientazione e la costruzione delle scene.
Maika Monroe (che abbiamo visto in un grande film come It Follows e in un mezzo grande film come The Guest) è davvero notevole. Riesce perfettamente ad impersonare una ragazza molto dolce, umana, timida ma con un fuoco che ribolle dentro.
E non mi riferisco tanto alle scene di "pericolo" (quelle con lo stalker) ma anche a quelle di vita quotidiana dove più volte di sentirà "esclusa", messa in secondo piano, non valorizzata.
Molto interessante in questo senso la scelta di lasciare parlare quasi tutti i personaggi in rumeno (senza che nemmeno noi spettatori avessimo sottotitoli per capire, così da identificarci del tutto con lei), scelta "straniante" che porta Julia molto spesso a sentirsi esclusa dalle conversazioni e, al tempo stesso, "tesa" e triste per ha la sensazione che si parli di lei. 
In questo senso la scena della cena è perfetta e, incredibile, richiama un pochino proprio quella - meravigliosa - di un film capolavoro guarda caso rumeno, "4 mesi, 3 settimane e 2 giorni". Quel sentirsi a disagio della protagonista mentre gli altri mangiano, parlano, parlano e mangiano me l'ha ricordato molto (anche se le due tensioni derivano da due motivi diversi e anche la bellezza della due scene non è equiparabile).
Ho amato moltissimo gli occhi di Maika, gli occhi di una ragazza che chiedono aiuto, comprensione, amore, gli occhi di una ragazza che non vuol dar fastidio ma al contempo non accetta quanto sia messa da parte. Davvero perfetta la Monroe in questo.
 E, andando alle scene con lo stalker, impossibile non ripensare proprio ad It Follows (chissà se la regista l'ha scelta vedendola lì), visto che molte sequenze lo ricordano per atmosfere (anche questo film poteva chiamarsi It Follows, a ben pensarci).





Poi, ho amato molto l'ambientazione in Romania, sia per il fatto in sè sia, usando la lente d'ingrandimento, per il contrasto tra i due palazzi protagonisti. Diciamoci la verità, un serial killer a Bucarest rende tutto molto più figo e il fatto di trovarci nella terra di Dracula (il film un pochino ci gioca) crea una specie di metafora/doppio testo abbastanza intrigante.
Poi, come detto, la costruzione delle scene. Il film non eccelle in sceneggiatura (tutta giocata sul fatto "vi stiamo dando una storia prevedibile che fino alla fine potrebbe essere imprevedibile e invece è prevedibile davvero") ma 3/ 4 scene sono girate e montate da dio.
Quella al cinema (veramente ansiogena per la protagonista), quella al supermercato, quelle del gioco di sguardi tra i due palazzi (il top è quando ci accorgiamo che lui osserva lei anche a tende chiuse), la metropolitana, sono tutte scene con tecniche già viste, luoghi già visti, sensazioni già vissute, ma girate veramente bene.
Eppure il film non ha mai quel cambio di marcia, narrativo o psicologico, per spiccare veramente il volo. Il suo - come detto - essere molto prevedibile sicuramente non lo aiuta. Anche se io su questo punto farei una riflessione, spero non stupida.
Se il film NON fosse stato prevedibile come in realtà è (se quindi quello che noi e lei pensiamo fosse il mostro in realtà non lo era) crollerebbe in qualche modo la tematica principale dello stesso film, il suo aspetto di "denuncia". 
Ci troveremmo davanti ad una ragazza che chiede aiuto e non viene ascoltata per un qualcosa che, in realtà, non esiste (quindi lei ha torto), solo una sua percezione sbagliata degli eventi. Capite che in questo il film DOVEVA essere prevedibile, perchè questo racconta, ovvero di ragazze che indicano con sicurezza chi siano i "mostri" ma non vengono ascoltate.
Un altro punto apparentemente debole - ma anche questo in parte spiegabile - è il comportamento di lei. E' osservata, seguita, ha sicuramente a che fare con un uomo disturbato, ha paura di vederlo e incontrarlo e che fa? Lo segue a sua volta, anche in vicoli bui e locali nascosti. Scelta assurda, completamente in contrasto col resto. 



Eppure anche qua c'è una spiegazione, ovvero quella sorta di terrore/attrazione che a volte si ha per qualcuno, quel - al tempo stesso - averne paura ma anche voler sapere di più. Se ci aggiungiamo il fatto che nessuno l'aiuta forse capiamo questa scelta di lei che, ossessionata ed impaurita, vuole comunque affrontare quella paura e quell'ossessione.
Non parlerei di "dipendenza" quanto piuttosto di disperato tentativo di capire, a costo di rischiare.
Non ho amato quasi nessuno dei personaggi rumeni, secondo me molto deboli (il maniaco no, lui funziona) e leggermente macchiette.
Inutile dire che quasi tutto il film si basa sul guardare/osservare/essere osservati, cosa che io amo sempre (ah, non ho citato La finestra sul cortile, c'era bisogno?).
E in questo, nel finale, quello stendersi di lui vicino a lei morta morente l'ho trovato davvero bello, un ultimo guardarsi tra uno stalker che ti ha sempre osservato e gli occhi ormai senza più vita di lei.
Già...
E' qui che il film gioca sporco o, quantomeno, sbaglia tutto. Vediamo lui reciderle la gola e, ok, può essere un taglio superficiale. Ma il sangue esce a fiotti, così tanto che addirittura lei (difficile capire perchè) ha addirittura tutta la schiena completamente lorda nella scena successiva, quando si trascina.
E quando poi sono stesi vediamo formarsi una chiazza di sangue gigantesca sotto la sua gola. Litri, litri e litri.
Eppure poi la troveremo in piedi, sguardo da final girl e pistolettata finale. No, costruzione tutta sbagliata, irreale, furba.
Un finale sbagliato ma, in qualche modo, il finale che ci doveva essere. Probabilmente un film "europeo" al 100% avrebbe avuto il coraggio di regalarci una fine terribile, forse a rimarcare ancora di più che sì, quello succede nella realtà.
Ma siamo contenti così, viva Julia.
E lascia quel tonto del ragazzo per favore