Uno dei sequel più scontati della storia dei sequel (scontato nel senso di quanto fosse sicuro lo facessero) si rivela un film che non aggiunge niente al primo capitolo e che, con una storia veramente ai limiti, cerca di restare comunque in una qualche coerenza col progetto.
Intendiamoci, il vecchio cieco doveva morì già sull'uno, il fatto che fosse sopravvissuto era un mero espediente per il seguito. E allora pigliamocelo sto seguito.
"L'uomo nel buio" è un discreto thriller, una spanna sotto il primo capitolo, che ha il difetto di presentare tante, troppe situazioni mal gestite.
Se nel capostipite infatti tutto ci appare molto credibile (paradossalmente anche la terribile cosa che scopriamo nel finale) qua a scrivere c'è una mano leggermente più grossolana.
Il primo tempo è una sequela senza fine di forzature, di scene - come le chiamo io - "da horror stupido" che rovinano un pò questo brand che poteva fare del drammatico/thriller abbastanza verosimile una sua peculiarità.
Paradossalmente nel secondo tempo, quando scopriamo l'assurda storia alla base della trama (loro che rapiscono la bambina per prenderle il cuore per salvare la madre in fin di vita) tutto diventa sì più inverosimile, ma più coerente (attenzione, c'è molta differenza tra l'inverosimile e l'incoerente, il primo aggettivo nel cinema di genere non conta niente, non è un difetto, il secondo lo è  SEMPRE, in qualsiasi tipo di film).
La cosa più "pericolosa" e al tempo stesso forse più interessante (direi di entrambi i capitoli) è ritrovarci davanti a quest'uomo capace di cose terribili ma col quale, in alcuni momenti, vai in empatia. Non capisci mai se lui è il buono o il cattivo, a volte lo tifi ma poi ti viene da vomitare se pensi a quello di cui è stato capace (la ragazza segregata nel primo, la bambina rapita nel secondo).
Per fortuna in questa scrittura eticamente discutibile c'è comunque un finale dove l'uomo, con molta sincerità, si dà del mostro, e allora siamo tutti contenti.
Inutile dire come ci siano almeno due errori pacchiani.
Il primo che la bimba dell'incipit avrà almeno sui 5 anni e quindi era da molto tempo era capace di riconoscere il volto del padre (non ha alcun senso nè che una volta rapita non capisca che quello non è suo padre nè che quando arriva quello vero non lo riconosce), la seconda che tutta la trama si basa sul fatto che la donna sia la "cuoca" delle metanfetamine e se muore lei finisce tutto, sono tutti spacciati.
Ma dio carissimo, non può insegnà la "ricetta" a qualcun altro? Dio santo, non ha alcun senso.
Il secondo tempo, però, scorre che è una meraviglia, ha più di una buona scena come quella con lui in quella pozzanghera che spara a tutti con quella magnifica fotografia sul blu, la sequenza in quella nebbia rossa (alla Behemoth) o la scena della carrozzina che cade giù, loro appese, e relativo taglio del braccio.
Purtroppo immaginare che 10 ex soldati giovani e forti facciano tutti la fine del gatto contro un vecchio cieco fa veramente storcere la bocca (ma forse è perchè sparano "alla cieca", non al cieco).


Ci sono scelte inaccettabili.
Sta morendo tua "figlia", le possibilità di sopravvivenza sono al lumicino sia per te che per lei e te che fai? Decidi invece di sgozzare o sparare a uno di chiudergli la bocca col bostik sperando che muoia soffocato. Io ste cose le ho sempre odiate, NESSUNO nella realtà (a parte quei sadici che hanno le loro vittime a loro completa disposizione e tutto il tempo che vogliono), nessuno dicevo quando c'è una questione di vita o di morte pensa ad uccisioni fantasiose, semplicemente c'è la disperazione e si prova ad uccidere.
Penso poi a lei che si rinchiude nell'armadio (ma che strategia è?) o ad altre forzature veramente grandissime.
Eppure il film scorre, ha il grande merito di migliorare sempre e si arriva alla fine che quasi quasi ti sembra di aver visto un buon thriller.
Si tenta anche di essere impegnati, con questo eterno dilemma se la famiglia è chi ti ha messo al mondo o chi ti ha cresciuto ma, ecco, resta tutto veramente abbozzato, di certo emozioni non è che se ne provano molte.
Lui è sempre fantastico, la bimba bravina, il resto tutti attori e personaggi funzionali.
Siamo lontanucci da quel gioiellino di Alvarez del primo capitolo ma, se si fermano qua, questo secondo episodio può aver avuto il suo senso