Un film perfetto sul "delitto perfetto"

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Si può girare un film sperimentale nel 1948? Sì! Hitchcock lo ha fatto con “Nodo alla gola”. 80 minuti di piano sequenza ininterrotto (in realtà ci sono dei raccordi di montaggio ma pressoché invisibili all'occhio dello spettatore). Girato in interni, il film ci offre da subito la prospettiva degli assassini e il loro movente: la creazione di un delitto perfetto. Due giovani amici uccidono un terzo ragazzo e ne occultano il cadavere dentro una cassapanca.  Questo è ciò che ci raccontano nelle primissime battute della pellicola. La sera è prevista una festa dopo la quale i due ragazzi partiranno per una vacanza. Gli invitati stanno per arrivare e nessuno deve sospettare che in quell'appartamento si sia appena svolto un delitto. L'omicidio inzia ben presto ad apparire come una sorta di macabro omaggio fatto dagli assassini al proprio mentore. Durante tutto il film respiriamo la tensione omoerotica tra i due personaggi seppure niente lo racconti in modo palese. I dialoghi sono perfetti. Niente è lasciato al caso. Tutto è studiato al millimetro. Ogni interprete dà il meglio di sé. Su tutti giganteggia James Stewart. Un film che è scuola di cinema da ogni prospettiva lo si guardi. Ancora adesso, a più di ottant'anni di distanza, Hitchcock riesce a centrare il bersaglio.