Recensione di   Filippo Margionti Filippo Margionti

Pin Cushion

(Film, 2018)

PIN CUSHION di Deborah Haywood

Molto molto carino 'sto Puntaspilli!
La regista con pennellate semplici semplici ci porta nel microcosmo di Lyn e Iona, rispettivamente una madre che non ha un'anima al mondo a parte la figlia e appunto quest'ultima, che sta facendo il suo ingresso in quel magico e difficile periodo di scoperta e di abbandono che è l'adolescenza. Il tono è leggero, a tratti fiabesco (almeno a me ha dato questa vaga impressione), ma le cose che racconta non lo sono AFFATTO (succedono robe a Iona che una si porta dietro per tutta la vita!).
Anche la figura di Lyn naturalmente è tragica, visibilmente provata com'è dalle continue umiliazioni di un mondo che sembra accorgersi di lei solo per manifestarle il suo disprezzo (o per sequestrarle la scala), di persone che la guardano negli occhi e le chiudono il portone in faccia, mentre lei si scusa, ringrazia e torna nella sua casetta coi muri ridipinti a metà con una nuova mortificazione nell'animo, una delle tante inespresse se non dai suoi occhi, inevitabilmente bassi e sottomessi al prossimo; che torna da una figlia che non è capace di proteggere, che ha messo al mondo per avere qualcuno accanto a sé (terribile, in effetti, la confessione alle donne del circolo). Un finale così c'era da aspettarselo ed appare quasi liberatorio. VOTO 7+