The great Buddha +

Commedia e dramma si fondono, danzano insieme sulle note meste della vita grama del popolo taiwanese. Ricchi e poveri, eternamente contrapposti; sè stessi e gli altri, eternamente estranei. Come dice la voce del regista, che accompagna lo spettatore durante tutto il film rivelando dettagli nascosti della trama e dei personaggi, potremmo essere in grado di esplorare gli angoli più remoti del cosmo ma non riusciremo mai a conoscere l'universo dell'altra persona.
Un bianco e nero ricco di sfumature, intenso, caldo accompagna la povertà dell'uomo comune taiwanese, un uomo del quale nessuno saprà mai l'esistenza, dopo la propria scomparsa. Un bianco e nero che riflette la povertà e l'anonimato della persona qualunque, mentre il colore, che nel film filtra attraverso la ricchezza ("la vita dei ricchi è così colorata"), si pone ancora una volta in contrapposizione rispetto alle gradazioni di grigio.
The Great Buddha+ non è un film perfetto, non è neanche un film grandioso. È, tuttavia, un film efficace. Fa riflettere, fa sorridere, fa emozionare. Funziona. Funziona alla grande.