A Classic Horror Story

Giocare con i cliché non è un compito facile. Qualcuno ci riesce: c'è riuscito Sabu con Mr. Long; c'è riuscito Goddard con Quella Casa Nel Bosco, per rimanere in tema horror.

De Feo? No, lui no. Non solo perché i cliché vengono mal gestiti e non tengono incollato lo spettatore allo schermo. Ma anche perché, tramite quello che forse è il titolo più paraculo della storia del cinema ed alcuni dialoghi che strizzano l'occhio al pubblico (della serie "sì, lo sappiamo: è un film scarso... Se però lo facciamo dire ai nostri personaggi, allora è figo"), si ha costantemente la sensazione che De Feo & co. vogliano mettere le mani avanti. Di nuovo: consapevoli della pochezza del film, fanno di tutto per cercare di trasformarla in un grimaldello narrativo e metacinematografico e, così, disinnescare le eventuali critiche negative.

Dopo un già deludente -sebbene per certi aspetti interessante- The Nest, con A Classic Horror Story ci troviamo davanti ad un'ora e mezza di miseria contenutistica, infiocchettata in un bel pacchettino. La prova che esser bravi registi non coincida necessariamente col fare dei buoni film.