Recensione di   Emiliano Baglio Emiliano Baglio

Brightwood

(Film, 2022)

Il matrimonio tra Jen (Dana Berger) e Dan (Max Woertendyke) sta andando in frantumi; e mentre lei corre intorno ad uno stagno, lui la insegue arrancando e cercando di salvare il salvabile.

Brightwood è chiaramente una metafora del loro rapporto agli sgoccioli.

Jen e Dan sono vittime di una relazione che si trascina stancamente oramai da troppo tempo e nella quale gli errori si ripetono sempre uguali.

Sono insomma prigionieri di un circolo vizioso, esattamente come l’eterna corsa intorno al putrido laghetto che fa da sfondo alla vicenda.

In fondo quante volte ci siamo trovati a ripetere sempre gli stessi errori?

La stessa Jen, osservando ciò che gli accade, lo ripete più volte che si tratta solo di “scelte sbagliate”.

Per il suo esordio nel lungometraggio Dane Elcar riprende il suo precedente corto The pond ampliandolo e dimostrando che, quando si hanno delle buone idee, bastano il bosco dietro casa e due attori.

Impossibile dire di più senza rovinare la sorpresa anche se, bisogna ammetterlo, alla prima apparizione inquietante e misteriosa si capisce subito dove il film andrà a parare.

Allo spettatore resta il gusto di vedere come si evolverà la vicenda ed in tal senso Brightwood riserva non poche sorprese.

Ci si può divertire a ricomporre i pezzi del puzzle e vedere se tutto va a posto e sicuramente l’esordio di Dane Elcar è uno di quei film che invitano a più visioni.

Si finisce persino per fare il tifo per i due protagonisti, sperando che in qualche modo riescano a trovare una via d’uscita.

Nel frattempo il film, metaforicamente, ripercorre, come in una seduta di analisi, tutte le fasi del disfacimento del loro matrimonio e del ritrovarsi inaspettatamente insieme in una nuova forma di relazione.

In tal senso Brightwood è anche ed inaspettatamente un film romantico, come sottolinea quel piccolo gesto finale di Jen che, in qualche modo, spezza il cuore.

Dal canto suo, con zero mezzi, Dane Elcar riesce a gestire benissimo la vicenda attraversando anche diversi generi, dall’horror alla commedia surreale, soprattutto nella seconda parte quando i due diventano spettatori di vicende che già conoscono.

Soprattutto Brightwood è un film che lascia allo spettatore un profondo senso di melanconia e tristezza, come se anche noi fossimo prigionieri di un’eterna coazione a ripetere senza via di scampo.

EMILIANO BAGLIO