Recensione di   Emiliano Baglio Emiliano Baglio

Alam

(Film, 2023)
Tamer (Mahmoud Bakri) ed i suoi amici sono ragazzi come tanti. Flirtano con ragazze come Maysaa’ (Sereen Kass), ascoltano musica, vengono puniti perché non stanno attenti in classe, hanno relazioni conflittuali con la famiglia e l’autorità più in generale; vanno alle feste, fumano, bevono e si divertono.

Ma Tamer ed i suoi compagni di scuola non sono come gli altri, sono palestinesi che vivono in Israele.

Alam di Firas Khoury riesce ad offrire uno sguardo nuovo rispetto alla questione arabo-israeliana.

Al centro del suo film non c’è il conflitto ma un gruppo di ragazzi come tanti, basterebbe cambiare poche cose nella trama perché la loro storia si possa svolgere altrove.

Perché in fondo le tematiche che affronta Khoury riguardano qualsiasi adolescente nel mondo.

Il conflitto tra palestinesi ed arabi si fa strada lentamente nel film sino a diventare centrale nella seconda parte.

Piuttosto al regista interessa esaminare una generazione divisa a metà.

Da una parte la necessità di preservare la propria memoria sia rispetto ai propri genitori che sembrano aver abdicato sia rispetto ad un’educazione scolastica che ha completamente abbracciato il punto di vista isaraeliano.

Dall’altra parte c’è la voglia e persino la necessità di essere come qualsiasi altro adolescente del resto del mondo, al punto tale che, per gran parte della storia, l’avvicinamento di Tamer alla politica sembra solo un modo come un altro per conoscere meglio Maysaa’.

Alam ha il grande pregio di mettere al centro uno sguardo poco frequentato rispetto alla questione arabo-israeliana, quello appunto delle nuove generazioni, dei loro sogni, dello loro aspettative.

Con il risultato di riuscire a dire qualcosa di nuovo su questo tema e soprattutto di costuire un film che riesce persino ad essere divertente, leggero, scanzonato e che fa quasi dimenticare il luogo in cui si svolgono le vicende.

Sino al momento in cui la realtà non bussa drammaticamente alle porte della vita di questi ragazzi trasformandoli completamente.

Anche allora, tuttavia, Khoury non rinuncia ad un finale che lascia aperta la porta alla speranza-

Una vera sorpresa che speriamo possa trovare una degna distribuzione nei nostri cinema.

EMILIANO BAGLIO