Recensione di   •ekro •ekro

Adio, Rio

(Film, 1989)

Uno dei film più genialmente assurdi che abbia mai visto, rappresenta per me un'ossessione: dopo averlo visto con sottotitoli casarecci fatti da un amico bulgaro che mi assisteva nella visione, da dieci anni ne cerco sottotitoli in qualsiasi lingua, a costo di tradurli con google translate, arrivando perfino a contattare organizzazioni per la diffusione della cultura bulgara per ottenerne una qualsiasi versione.

Nella Bulgaria comunista lo studio d'architettura nel quale lavora il protagonista Stoev (Filip Trifonov, attore molto conosciuto in Bulgaria famoso soprattutto per il supercult "Orkestar bez ime") vince un'importante gara d'appalto in Brasile. In quanto autore del progetto, Stoev viene indicato come supervisore della costruzione e deve partire per tutta la durata dei lavori con il suo assistente per Rio de Janeiro, viaggio e spese pagate. L'idea di un viaggio come quello, in un luogo che è l'antitesi della grigia Bulgaria nel tramonto sovietico, rappresenta un sogno tanto per Stoev e sua moglie che per l'assistente, quando all'improvviso il capo dello studio decide di approfittare dell'occasione e che sarà lui ad accompagnare l'architetto, minacciando di far saltare tutto se si dovesse opporre.
Stoev si ritrova dunque di fronte ad un enorme dilemma morale: rinunciare a questa incredibile opportunità o tradire il suo amico, fedele assistente.

Nel pieno della lotta interiore tra le due opzioni, un evento inaspettato ed inspiegabile: dal nulla, all'improvviso, senza motivo, in mezzo ad un bosco, un corpo precipita letteralmente dal cielo sul cofano della sua auto.

È un uomo sulla trentina, non ha ferite ma è morto. Preso dal panico, senza riuscire a spiegarsi da dove sia precipitato, lo abbandona a bordo strada e fugge.
Tornando scosso a casa, se lo ritrova seduto sul divano.
Da quel momento qualsiasi tentativo di disfarsi e di nascondere quel cadavere risulta inutile, buttato in discarica riappare in lavatrice, ed il termine ultimo per chiudere la questione di Rio si avvicina.

Folle, micidiale commedia ed acutissimo drama, con un pretesto surreale arriva ad analizzare i criteri della società civile, del comunismo, della religione, della morale.

Sconosciuto ed ignorato fuori dal suo paese e piccolo cult nei suoi confini, ne consiglio la visione a chiunque dovesse avere la fortuna di imbattersi in qualche versione sottotitolata, e se qualcuno di voi dovesse avere una buona conoscenza del bulgaro, vi prego: contattatemi, trascrivetemi i dialoghi, a sincronizzare i sottotitoli ci penso io.

di •ekro