I presupposti per un film cult c'erano tutti: David Fincher alla regia, Michael Fassbender e Tilda Swinton davanti alla macchina da presa e sceneggiatura di Andrew Kevin Walker. 

Invece il risultato finale è davvero deludente e a tratti quasi imbarazzante. È  un peccato tanto talento e tanta esperienza buttati in un film in puro stile Liam Neeson.  Perché Fincher fin dalle prime opere ci ha abituati ad essere travolti da sceneggiature funanboliche (vedi gli straordinari Seven, Gone Girl o The social network), mentre qui è  calma piatta. 

Certo salva la baracca la sua regia seppur più affanata del solito, ma The killer dopo un incipit interessante, nonostante sembri un podcast piuttosto che un film tanto immagini e testo vivono di vita propria, poi si trascina tra ripetitività e prevedibilità per un'ora e mezza, senza riuscire mai a stuzzicare la mente dello spettatore. 

Si salvano le eccellenti musiche del solito duo Trent Reznor Atticus Ross e la fotografia dell'ormai sodale Messerschmidt, già autore delle strepitose fotografie di Mank. Questi due reparti perlomeno costruiscono l'immagine gelida e straniante propria del protagonista. 

Spiace dirlo ma non vale davvero la pena. A parte i nomi altisonanti resta un mistero come un'opera del genere possa essere arrivata al concorso di Venezia. Davvero un peccato, aspettiamo Fincher con un nuovo Seven, ma visto questo ci accontenteremo anche solo di un Millenium.