Inchiniamoci al maestro

Il maestro Miyazaki ci ha abituati agli addii, annunciati e vissuti. Il ragazzo e l'airone è il più esplicito dei suoi testamenti e riesce a descrivere la difficile ricerca di un erede. Si alza io vento doveva essere la sua ultima opera, invece per fortuna ci ha ripensato. 

Così Il ragazzo e l'airone si dimostra essere il suo film più libero con una sceneggiatura canovaccio che gli permette di dare libero sfogo alla sua fantasia e ai suoi stilemi più classici con la consapevolezza che un maestro non deve più sottostare a regole prestabilite, ma può creare e stupire con i disegni e il colore. 

Come in un caleidoscopio la trama poco per volta si moltiplica, prende strade diverse e ogni porta è una nuova scoperta in una sorta di multiverso Miyazakiano. La realtà resta nella cornice di un mondo in cui però la lotta tra bene e male continua. 

Miyazaki non disdegna di volare alto parlandoci di vita, di morte, di un creatore e di chi tira le fila del mondo a conferma del fatto che si può fare animazione adulta anche con personaggi buffi e divertenti senza mai annoiare lo spettatore. 

Bella opera che ci fa sperare che Miyazaki si rimetta subito al lavoro per regalarci ancora una perla, perché anche dopo gli ottant'anni si può rimanere un creatore di cartoni animati unico al mondo.